CIVITAVECCHIA - I “59 lavoratori del no” (49 quelli che invece hanno votato sì) di Port Mobility spiegano in una nota firmata in questo modo, genericamente a nome di tutti e 59, le motivazioni alla base della bocciatura della bozza di accordo condivisa dai sindacati e dalle rappresentanze aziendali al termine di un lungo percorso con l’azienda, partito dalla volontà di licenziare 26 unità.

IL TESTO DELL’ACCORDO BOCCIATO DAI 59

«Il coro unanime dei lavoratori è sempre stato: stop ai licenziamenti e ricorso alla cassa integrazione - hanno spiegato - nell’accordo da noi visionato non sembrava chiara e delineata la volontà di ricorrere alla cassa integrazione, tra l’altro spiattellata pubblicamente dal numero uno della società dinanzi a tavoli istituzionali dove erano presenti, tra gli altri, il presidente dell’Adsp Pino Musolino ed il sindaco Ernesto Tedesco. I lavoratori, illusi, avevano davvero creduto a quelle parole e ai titoli dei giornali che annunciavano la fine della vertenza. Quella che sembrava una promessa si è così rivelata una bugia». Chiedono rispetto «per la figura e la dignità dei dipendenti. Lo scopo utilitaristico della vertenza da parte della Port Mobility non è contemplato - hanno aggiunto - sui lavoratori non può essere scaricato il rischio di impresa, in virtù anche dei risultati ottenuti dalla società negli ultimi mesi (piano quinquennale, navettamento e tanto altro) e quelli che otterrà con l'accordo con il Comune sul trasporto dei croceristi, oltre gli interessamenti (sic) sul Roma Marina Yachting. Meritiamo rispetto e non fango - hanno concluso - perché siamo il lavoro operativo di una ex società di interesse generale e senza di noi, sarebbe un estate ed un porto rovente».

Fatto sta che si è passati da 26 licenziamenti certi ad un lungo lavoro di confronto, che sembrava aver scongiurato questa ipotesi contro la quale i sindacati in primis, il mondo portuale, la politica e le istituzioni si erano opposti. Perché perdere anche solo un posto di lavoro - lo avevano sottolineato tutti - sarebbe una sconfitta.

Chi ieri si era battuto con comunicati ed interventi, oggi appare in difficoltà, alla luce della bocciatura di un accordo che era stato avallato dai sindacati, di fatto in alcuni casi delegittimati dai loro stessi iscritti. Ancora non si registrano dichiarazioni ufficiali, ma solo commenti (in alcuni casi neppure troppo attinenti al merito della vicenda) sui social.

L’assessore al Lavoro Daniele Barbieri, che aveva avviato un tavolo apposito per affrontare la questione, ha confermato di voler «approfondire, perché diversi lavoratori - ha spiegato - mi hanno riferito che l’accordo fatto passare come qualcosa a favore dei dipendenti, in realtà non lo era pienamente». E torna a chiedere che si faccia un passo indietro e vangano «scongiurati i licenziamenti, anche di un solo dipendente, non solo per Port Mobility ma in generale, specie in questa fase di ripartenza».

Martedì l’incontro a Molo Vespucci tra azienda e parti sociali; la procedura si chiude senza accordo. Come finirà lapartita? Ci sono ancora margini di manovra per una discussione? Le premesse, ad oggi, non sono delle migliori. ©RIPRODUZIONE RISERVATA