FIUMICINO - Non parla italiano e nemmeno inglese. E' arrivata in città dopo chilometri di paura, con il fischio delle bombe ancora nelle orecchie. Ad accoglierla una signora ucraina che sta facendo da base per alcune ragazze inviate da parenti o conoscenti per allontanarle dagli orrori della guerra. Lei, Diana, ha 16 anni, e ad accoglierla in città, c'è anche l'istituto Paolo Baffi di Fiumicino.

E' arrivata con una zia che l’ha accompagnata da una signora di Fiumicino, nonna di alcune bimbe inviate a loro volta dai genitori in Italia. Dopo di loro altre famiglie, amiche delle nipoti, hanno chiesto asilo nella sua casa italiana. I genitori sono in Ucraina, insieme ai fratelli: i maschi non possono allontanarsi, e molte donne hanno deciso di lottare accanto ai loro uomini. Storia di dolore, di persone strappate alle loro famiglie e alla quotidianità. «Vengono i brividi pensando a cosa sta accadendo – racconta la preside, Monica Bernard – . Diana fino a pochi mesi fa frequentava serenamente il suo Liceo artistico, ed oggi è una ragazza in fuga, sola, angosciata. Il Paolo Baffi non poteva restare indifferente a questa tragedia, e quando si è manifestata l’opportunità di fare qualcosa di concreto, oltre alla raccolta fondi, l’abbiamo fatta». Per accoglierla, i ragazzi stessi della sua classe, la 2A alberghiero, hanno organizzato una piccola festa, preparando dolci da consumare insieme. Il miglior modo per farla sentire accolta è stato andare oltre i formalismi e proporle un ingresso a scuola ‘dolce’, in tutti i sensi. «D’ora in poi Diana è una di noi, ma – conclude Monica Bernard – l’augurio è che possa riabbracciare la sua famiglia in pace».