CIVITAVECCHIA - Era un messaggio intimidatorio diretto con ogni probabilità al presidente dell’Adsp Pino Musolino l’ordigno rinvenuto venerdì sera in una strada di San Gordiano da un medico in pensione e da questi portato nella caserma dei Carabinieri di via Antonio da Sangallo.

Il pacchetto con il timer e l’esplosivo era stato lasciato proprio accanto al posto auto riservato al manager, sotto il condominio dove vive con la moglie e il figlio di 5 anni. Uno strano congegno, dotato di un piccolo orologio, che il medico ha notato e prelevato e che una volta arrivato in caserma ha messo in allarme i militari che hanno subito chiamato gli artificieri. È toccato infatti ai tecnici disinnescare la bomba, di tipo deflagrante, la cui carica esplosiva avrebbe potuto creare notevoli problemi: sarebbe stata sufficiente ad incendiare due auto ed era dotata di un timer che a quanto pare avrebbe potuto essere azionato anche a distanza.

«All’inizio sono rimasto incredulo e sorpreso, quando si è capito che non era solo roba dimostrativa – ha dichiarato Musolino – mi sono stupito ancora di più. Al porto non abbiamo situazioni tali da giustificare atti di questo tipo: nessuna gara particolare, neppure interventi a gamba tesa su situazioni delicate. Stiamo semplicemente portando avanti un’azione di chiarezza, trasparenza e coerenza amministrativa».

Un fatto grave, senza precedenti a Civitavecchia, che tuttavia non demotiva Musolino: «Se qualcuno pensa di intimidirmi discostandomi dai miei doveri istituzionali, ha sbagliato di grosso. Non ho paura per me, anche se ovviamente non posso non pensare a mio figlio e mia moglie e a quello che sarebbe potuto accadere se lui o qualsiasi altro bambino avesse per curiosità provato a toccare il timer che ha attirato anche l’attenzione della persona che ha portato l’ordigno ai Carabinieri, correndo un rischio enorme. A Venezia in passato ho ricevuto qualche lettera anonima, ma non gli ho mai dato peso ed infatti è finita lì. Mai però avrei pensato di trovarmi di fronte a una cosa del genere».

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