CIVITAVECCHIA - “Dopo tre anni di pandemia noi studenti non siamo in grado di sostenere questa tipologia d’esame”.

Lo dicono gli studenti che sono scesi in piazza questa mattina per protestare contro la reintroduzione della prima e la seconda prova scritta voluta dal ministro dell’istruzione Bianchi che "non ha - spiegano gli organizzatori - minimamente considerato le difficoltà e le lacune degli studenti e delle studentesse creatasi in questi anni di pandemia e Dad. A causa di questi modelli alternativi di didattica non c’è stata una preparazione completa e idonea per il compimento delle prove scritte. Gli studenti e le studentesse chiedono l’eliminazione di queste prove per permettere un giusto svolgimento dell’esame di stato".

“Siamo stanchi di non essere ascoltati! Questi due anni di pandemia hanno provocato numerosi disagi a noi studenti - dichiara una ragazza della Rete Studenti Medi - e questo lo confermano anche dati statistici e proporre adesso un esame così corposo e complesso non è di certo d’aiuto. Ci sentiamo incompresi dalle istituzioni”.

"Chiediamo - hanno detto - che il modello d’esame rimanga come quello degli anni passati come è stato effettuato per i maturandi usciti, costituito solamente da un maxi orale”.

Per questi motivi gli studenti e le studentesse di Civitavecchia sono scesi in corteo questa mattina partendo alle 10 circa dal parcheggio del tribunale, sfilando ordinatamente lungo la mediana per poi scendere lungo viale Matteotti, arrivando fino a piazza Fratti. Un centinaio circa i ragazzi che hanno preso parte alla manifestazione ricordando tutte le difficoltà che questa generazione sta vivendo a livello scolastico e sociale, senza il minimo supporto psicologico.

Al Ghetto si sono susseguiti una serie di interventi nel corso della mattinata, un passaggio anche per ricordare Lorenzo Parelli, il giovanissimo (18 anni) studente morto durante l'ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro.