CIVITAVECCHIA - Anche l’Università Agraria di Civitavecchia dice no al progetto del biodigestore a Monna Felicita, dopo il via libera della conferenza dei servizi.

"Il fatto, di una gravità inaudita, è il simbolo di un continuo asservimento di questi meravigliosi territori agli interessi della politica sempre meno nobile, quella che chiacchiera e sbraita ma non riesce - e forse non vuole - a difendere i propri territori e I loro abitanti - ha spiegato il presidente Daniele De Paolis - in prima fila c’è sempre quel Devid Porrello che riteniamo sia tra i primi responsabili del trasferimento dei rifiuti dalla Capitale sulle nostre terre o protagonista morale per l’inedia che lo attanaglia ogni volta che deve scontrarsi con quelli che lui ama definire i “poteri forti”. E la società Ambyenta Lazio rappresenta sicuramente un potere forte, deciso e pragmatico, finalizzato al conseguimento dei propri interessi. Eppure non ci sembra di aver visto Porrello scendere in piazza, incatenarsi, occupare, bullizzare, scrivere a notai o a Ministeri, magari sbagliando a leggere le risposte, per sollevare la questione ambientale a Civitavecchia e dintorni; impedire, con fatti concreti ed attraverso gli atti che la sua carica di consigliere regionale gli consente, questo ennesimo attentato alla salute di un territorio pregiato e dei suoi abitanti; schierarsi da subito contro il progetto quando, per il suo ruolo e la sua funzione, poteva essere a conoscenza della predisposizione del titolo ambientale. Sicuramente è più facile fare audience con l’Università Agraria di Civitavecchia, considerata responsabile della questione degli Usi Civici, facendo finta di non capire che non siamo noi, non è il Presidente dell’Università Agraria che pone il vincolo demaniale e quindi non lo può nemmeno togliere a piacimento, come vorrebbe suggerire l’ingenuo Porrello, peraltro in violazione di Legge. Deve però stare molto tranquillo - ha aggiunto De Paolis - qualora intendesse scendere in strada per difendere la salute dei civitavecchiesi troverà noi dell’Università Agraria al suo fianco, sempre comunque. Ma dovrà impegnarsi e cominciare a lavorare veramente nell’interesse della sua gente, come abbiamo sempre fatto noi. Il nostro lavoro è sempre stato quello di tutelare l’ambiente e la cultura agro-silvo-pastorale, non solo come motore economico e di sviluppo, ma anche quale baluardo alla salute dei cittadini ed unica vera eredità trasferibile, così come siamo in grado di conservarla, alle generazioni future".