CIVITAVECCHIA - Nessuna anomalia nella gestione della Pro Loco, quando era guidata dal 1999 al 2013 dal presidente Fabrizio Delogu. Lo ha certificato il giudice Giulia Sorrentino del tribunale civile di Civitavecchia respingendo di fatto le accuse mosse dall'associazione nei confronti di Delogu. Un percorso durato ben otto anni, con la Pro Loco che aveva chiamato in causa il suo ex presidente nel 2013 in merito a presunte anomalie tra le altre cose, “una gestione imprudente” tale da determinare “una rilevante esposizione debitoria”, assenza di “bilanci, verbali, rendicontazioni”.

«Ho atteso otto anni, avendo piena fiducia nella giustizia e sono stato ripagato - ha commentato soddisfatto Delogu - questa sentenza del Tribunale rafforza quanto ho sempre sostenuto: per guidare una realtà come questa, ci vuole cuore, associazionismo, qualità per reperire i fondi e persone. In quegli anni la Pro Loco aveva circa 500 volontari, vera risorsa dell’associazione. Una associazione – la prima a gestire siti archeologici e punti informativi – che ho creato e che ho guidato grazie proprio a questi volontari, nominato anche consigliere provinciale, regionale e delegato nazionale».

In questi anni di udienze Delogu, attraverso il suo avvocato Andrea Riga, ha contestato punto per punto quanto sottolineato dalla Pro Loco, sostenendo di aver operato con il pieno appoggio di soci e consiglieri, sempre informati di ogni spesa, attraverso la regolare presentazione ed approvazione dei bilanci. Il Tribunale ha quindi respinto la domande della Pro Loco, con tanto di azione risarcitoria per oltre 260mila euro, evidenziando carenze sotto il profilo dell’allegazione e della prova del sanno effettivo, e del nesso di causalità tra questo e la condotta dell’amministratore.