di GINO SALADINI



CIVITAVECCHIA - Brivido, emozione, tensione allo spasimo, suspence. Questi gli ingredienti del genere thriller (dal sostantivo inglese “thrill”, brivido), suddiviso in vari sottogeneri che hanno ben precise caratteristiche: thriller psicologico, legal thriller, thriller storico, thriller medico e altri ancora.



Nel thriller psicologico l’elemento al centro della narrazione è la componente psichica con due principali variazioni: un plot narrativo in cui l’antagonista del personaggio principale gioca con la mente di una vittima o dello stesso protagonista per volontà di controllo o per conseguire la sua distruzione; una vicenda fa vivere al protagonista profondi disagi interiori legati al suo passato. Uno splendido esempio di thriller psicologico è Lo psichiatra di Wulf Dorn.



I legal Thriller, invece, ruotano attorno a una vicenda giudiziaria e raccontano spesso storie cariche di implicazioni etiche in cui avvocati-detective risolvono casi in cui persone innocenti sono state ingiustamente accusate e rischiano la vita o il carcere. Emblematici di questo sottogenere sono i romanzi di John Grisham. Nel thriller storico le vicende sono ambientate in un’epoca del passato e gli autori cercano di creare una miscela credibile tra fatti storici e pura invenzione narrativa di investigazione o di mistero. Questo sottogenere trova il suo capolavoro nel romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa.



Il thriller medico, in cui i detective sono medici legali e antropologi forensi, è un tipo di racconto in cui sono fondamentali le tecniche scientifiche d’indagine (esami di laboratorio, autopsie, analisi genetiche), trova la sua massima espressione nei romanzi firmati da Patricia Cornwell che hanno come protagonista Kay Scarpetta, tra i quali consiglio la lettura di Postmortem.