LADISPOLI – Il primo cittadino ladispolano sposa la Lega e punta i riflettori sulla vicina città etrusca. «Libereremo Cerveteri. Questa è una promessa che facciamo a tutti i cittadini di Cerveteri. Libereremo questa città perché mal governata e mal gestita da chi pensa a tante cose tranne che a governare bene questa città». I “dissapori” con la vicina amministrazione a guida Pascucci sembrano dunque non essersi dissipati nel vento. Anzi. Il “battesimo” di ingresso nel gruppo di Salvini Premier è stata ancora una volta l'occasione per rimarcare le differenze di veduta e d'azione tra due sindaci, due amministrazioni da tempo contrapposti e in “guerra” tra loro. Prima a causa di una rotatoria sull'Aurelia, quella che conduce alla Settevene Palo direzione Cerveteri (con uno scaricabarile di responsabilità su chi se ne sarebbe dovuto prendere cura tra Anas, città etrusca o città balneare) e poi quella ancora più infervorata sul Jova Beach Party “scippato” alla città di Ladispoli per colpa del fratino (?) e trasferita a a Campo di Mare (Cerveteri), a poche centinaia di metri da Torre Flavia, con il fratino che ha deciso di traslocare anch'esso per meglio sentire il mega concertone. E ora, stoccata finale durante la presentazione di Grando nella Lega dove il vice coordinatore regionale del partito, Mauro Gonnelli già punta i riflettori al 2022. «Grando investimento per andare verso il 2022. Dobbiamo lavorare insieme per la tua elezione».

Ma quella di venerdì sera al Sun Bay, sul lungomare ladispolano è stata anche l'occasione per il primo cittadino di tracciare un primo bilancio, parziale, di quanto realizzato in questi due anni di amministrazione: dal no allo Sprar, alla realizzazione del dearsenificatore e del nuovo pozzo a Statua che hanno concesso a Ladispoli estati con l'acqua anche durante il fine settimana, fino ad arrivare al sociale. Il primo cittadino è infatti intervenuto ancora una volta sulla questione, dopo le polemiche dei giorni scorsi. «Posso dire che io e questa amministrazione possiamo camminare a testa alta». Illustrati anche i motivi che hanno portato all'ingresso ufficiale nella Lega. «Da quanto Salvini andò a “Porta a Porta” e disse che avevano il sindaco a Ladispoli, il mio destino era segnato. Ladispoli è stata un laboratorio dove la Lega, nella sua forma primordiale ha fatto la sua battaglia. Un partito che ha iniziato con pochi numeri, con quel matto di mio padre, che nonostante tutto è riuscito a raggruppare sempre più persone. E proprio a partire da quella lucida follia è iniziato un percorso che ci ha portato a vincere le elezioni dopo 20 anni di mal governo di centrosinistra. Oggi – ha proseguito Grando – sento una doppia responsabilità. Da una parte sono il sindaco di una città che ha voglia di riscatto. Dall'altra parte sono il simbolo di un partito, primo partito in Italia, custode di principi di cui mi farò portatore. Inizia – ha aggiunto ancora – un nuovo percorso. Non è un punto d'arrivo ma un nuovo punto di partenza». E se Gonnelli non esclude traguardi più “alti” per Grando, in un prossimo futuro (magari un posto da parlamentare al Governo), il primo cittadino resta con i piedi per terra e guarda al presente. «Io faccio il sindaco di Ladispoli, ho tanto lavoro da fare e non penso a queste cose. Fare il sindaco della mia città è quello che ho sempre sognato, non vedo cosa potrei sognare di più». Ma se in un futuro prossimo, finita l'esperienza da primo cittadino, dovessero aprirsi delle nuove possibilità, Grando potrebbe non tirarsi indietro: «Lo vedremo».



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E a benedire l'ingresso in Lega del primo cittadino c'erano oltre al coordinatore comunale della Lega, Luca Quintavalle (che ha consegnato la prima tessera del 2019 a Ladispoli proprio a Grando) anche il senatore William De Vecchis e il vice coordinatore regionale Mauro Gonnelli.

«Il partito è al 33% - ha detto De Vecchis salutando con soddisfazione la new entry – ma la sfida è ancora grande. Lavoriamo per far sì che i nostri cittadini abbiano i servizi». Soddisfatto anche Gonnelli che ha voluto sottolineare come la Lega oggi sia stata determinante per la vittoria del centrodestra in cinque comuni del Lazio, tra cui Civitavecchia e Tarquinia.