Ci sono «nuovi rischi al ribasso» per la crescita e l’inflazione. Tanto che la Bce è costretta a rivedere al ribasso le stime: per il 2015 la crescita del Pil dell’Eurozona dovrebbe essere dell’1,4%, per poi salire all’1,7% il prossimo anno e all’1,8% nel 2017. In questo scenario il presidente Mario Draghi annuncia una reazione pronta dell’Eurotower, che sceglie di rafforzare la principale delle misure non convenzionali messe in campo, il Quantitative Easing. Sale al 33%, dal 25%, il limite della quantità di un’emissione di titoli di Stato acquistabile da Francoforte. «Non ci sono limiti particolari alle possibilità della Bce di potenziare la propria politica economica: il cambiamento deciso di uno dei parametri del QE è un segnale», evidenzia Draghi. La promessa resta sempre la stessa: la Bce farà tutto quello che è possibile per spingere l’inflazione verso il 2% e sostenere la crescita. Il Consiglio della Bce, afferma Draghi, «sottolinea la sua volontà e la capacità di agire, se necessario, utilizzando tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato e, in particolare, ricorda che il programma di acquisto di asset prevede una flessibilità sufficiente in termini di aggiustamento della dimensione». «Nel frattempo noi attueremo in pieno i nostri acquisti di asset mensili da 60 miliardi di euro - aggiunge Draghi - Tali acquisti hanno un impatto positivo sul costo e la disponibilità di credito per imprese e famiglie. Sono destinati a proseguire fino alla fine del settembre 2016 o oltre se necessario,  ma prossimo al 2% nel medio periodo». (Adnkronos)