CIVITAVECCHIA - "Nella interrogazione presentata dal senatore Astorre e da altri senatori, tra cui peraltro c’è anche chi ha ritirato la propria firma, sono contenute alcune affermazioni palesemente false. Più in generale, estrapolando con abilità solo alcuni passaggi della relazione, si fanno passare quelle che erano le premesse della verifica dell’Ispettorato Generale di Finanza come conclusioni della verifica stessa, che in realtà sono diametralmente opposte".



Il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti risponde punto per punto ai “quesiti” contenuti nell’interrogazione di Bruno Astorre, che sono stati presentati su diversi organi di informazione come dati di fatto.



“E’ falso – afferma Monti – che io abbia assunto mio fratello in Autorità Portuale. Invito il ministero vigilante ad acquisire i libri matricola o qualsiasi altro atto dell’ente e a verificare come questa affermazione sia vergognosamente falsa e mirata solo a gettare fango e discredito sulla mia persona e sul mio operato, alla vigilia della scadenza del mio mandato da Presidente.



Così come è falso che io abbia assunto la figlia del segretario generale dell’ente. La gestione dell’ente è una gestione virtuosa, come dimostrano i bilanci dell’ente stesso, certificati ad ogni livello, che da quando io sono Presidente hanno visto aumentare gli utili in modo esponenziale”.



“La relazione dell’Ispettorato – prosegue Monti – prende in esame il triennio 2009-2012: la mia nomina risale a metà del 2011 e la maggior parte delle assunzioni a chiamata diretta sono state formalizzate da chi mi ha preceduto e sulla base di precedenti accordi sottoscritti con le organizzazione sindacali dall’allora presidente Fabio Ciani.

"L’ispettore – spiega Monti – ha chiuso il procedimento, rimandando come di prassi alla Corte dei Conti le eventuali valutazioni per quanto di propria competenza. La conclusione credo che parli da sola, soprattutto nella parte in cui evidenzia ”come la questione dei rapporti di lavoro delle Autorità Portuali e della loro natura giuridica sia tutt’altro che definita, rivolgendo un invito al Ministero dell’Economia e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ad approfondire le problematiche emerse presso l’Autorità Portuale di Civitavecchia ma che coinvolgono tutte le autorità portuali e derivano dalla presenza di un quadro normativo non chiaro che deve essere responsabilmente definito”.

“Del resto – prosegue Monti – in precedenza lo stesso Ispettorato riconosce come “le assunzioni per chiamata diretta non sono facilmente attaccabili sotto il profilo della legittimità perché puntualmente previste dal contratto collettivo nazionale”.

“Non riteniamo neppure – aggiunge Monti – che possano sussistere cause ostative all’assunzione dei citati funzionari o dirigenti provenienti da altre amministrazioni dello Stato, in quanto non si tratta in alcun caso di soggetti che, come recita la norma, “abbiano esercitato poteri autoritativi e negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di provenienza”.

“Quanto al raffronto – spiega il Presidente dell’Autorità Portuale - con i costi del personale di Genova, va chiarito che nei 14 milioni iscritti nel nostro bilancio, era ricompreso anche un fondo per l’assunzione di ulteriori dipendenti previsti in pianta organica, mentre la spesa realmente sostenuta per quell’anno si è attestata a circa 10 milioni ed il costo complessivo del personale è semplicemente derivante dall’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro per i vari livelli previsti dalla pianta organica approvata dal ministero vigilante”.



"Mi sembra di assistere – conclude Monti - a un film già visto giusto un anno fa. Cambia la firma, oggi è quella di Bruno Astorre, al Senato, ieri era quella di Marietta Tidei, alla Camera, ma non il contenuto. E sono convinto che anche l'esito sarà lo stesso: ossia la riaffermazione della piena legittimità dell'azione amministrativa dell'ente e del sottoscritto. Non mi stupisce questa battaglia personale nei miei confronti alla vigilia della scadenza del mandato. Ciò che non tollero sono le falsità e che possa essere il porto a fare le spese di strumentalizzazioni di questo genere. Vorrei essere giudicato sulla base dei risultati ottenuti e non sugli attacchi personali di chi, come l'ex sindaco Pietro Tidei, da mesi va urlando che secondo lui dovrebbe essere revocata la concessione demaniale per il nuovo terminal container alla società partecipata dal Gruppo Gavio, quando entro quest'anno partirà un investimento da circa 400 milioni di euro che garantirà la creazione di nuove infrastrutture, nuovi traffici merci e nuovi posti di lavoro per la città e tutto il territorio".