di GIANNI DE PAOLIS*

Patella: Mollusco dei Gasteropodi, commestibile, con conchiglia a cono molto basso che aderisce alle rocce litorali col piede a ventosa. E' questa la definizione che si trova nel dizionario della lin-gua italiana dello Zingarelli, a proposito di quella che a Civitavecchia chiamiamo normalmente la Rampatella.

Proprio in questi giorni mi viene naturale pensare che il comportamento del presidente del nostro consiglio comunale è del tutto simile a quello di questo gustoso ed emblematico mollusco. Non si sa bene cosa faccia, la patella, a che cosa sia deputata e quale sia il suo compito nel mondo animale. Ma una cosa è certa, resta attaccata allo scoglio sul quale ha trovato posto, per chissà  quale motivo biologico, senza tener conto delle maree ed anche delle mareggiate, degli urti delle onde che si fran-gono addosso ai massi! Non è facile staccarla, occorre agire con determinatezza e con mezzi speci-fici come il coltello o la spatola.

Solo con la forza si riesce a separarla dallo scoglio al quale è attaccata.

Ebbene il comportamento del presidente è del tutto analogo. Trovato, per chissà  quale motivo politi-co, il posto sulla poltrona più alta del consiglio comunale, resta imperturbabile a tutte le tempeste che gli girano intorno e che gli vanno contro e non si riesce a staccarlo da quello scoglio neanche con i mezzi più avanzati della dialettica e della determinazione politica. Anzi, apparendo in una tra-smissione autogestita presso una TV locale, oltre a ribadire la sua correttezza ed imparzialità  nella conduzione del consiglio comunale ed a spostare il discorso su altri personaggi del nostro mondo politico, ha tentato di colpevolizzare i consiglieri di minoranza che, durante l'occupazione dell'aula consiliare invece di produrre approfondimenti e dibattiti sul porto di Civitavecchia hanno giocato a carte'¦

Con questa espressione il presidente ha chiaramente messo in luce due aspetti.

Il primo, o vuole ulteriormente imbrogliare l'opinione pubblica facendo passare motivi non veri circa la protesta messa in atto dalle opposizioni.

Il motivo del vibrato reclamo posto in essere non era riferibile alla politica portuale, ma al compor-tamento antidemocratico del quale lo stesso presidente, voglio sperare autonomamente, si è reso colpevole: Il rinvio al 31 ottobre 2006 del consiglio comunale aperto sul porto per il quale, per la verità , si era già  impegnato per stravolgerne l'ordine del giorno contenuto nella richiesta di convo-cazione, senza sentire la conferenza dei capi gruppo. Oppure, e questo è il secondo aspetto che mi viene da considerare, egli ritiene, che tutti, cittadini e consiglieri, siano disposti a farsi prender per i bavero dal boss di turno che, forse protetto in alti strati della politica locale, possa decidere anche sulle condizioni atmosferiche per la nostra città ?

Certamente il presidente del consiglio comunale ha scritto, con il suo comportamento arrogante e tipico delle così dette democrazie bulgare, una pagina non del tutto edificante nella storia di que-sta città  e continua non far niente per farcelo dimenticare!

Sempre a proposito di rampatelle, mi viene naturale pensare che in questa città  razzolano altri soggetti che si comportano come il presidente del Consiglio comunale e continuano a farlo, in alcu-ni casi da oltre un ventennio; parlano male di Civitavecchia e dei civitavecchiesi ad ogni occasione e stanno sempre attaccati allo scoglio del vincitore, che in qualche caso hanno pure sponsorizzato.

Alcuni hanno una sola giustificazione, non sono stati eletti, ci sono stati imposti!
Chissà  forse è l'aria iodata di Civitavecchia a garantire vita facile alle patelle.
Anzi alle rampatelle!

 

*Capogruppo Il Risveglio