CAPPELLANIdi RAFFAELE CIRULLO

Il nome di Francesco Cappellani non passa al primo colpo, ma raccoglie ugualmente venti voti, uno in meno rispetto ai ventuno necessari, ma uno in più rispetto a quelli a disposizione della maggioranza. Nicola Porro si ferma invece a otto, rispetto ai nove attesi, mentre Sandro De Paolis e il socialista Vincenzo Gaglione ottengono una preferenza ciascuno.
Questo l’esito del primo Consiglio Comunale, dove a fare notizia non è tanto la mancata elezione al primo colpo del presidente, quanto piuttosto la presenza di almeno un franco tiratore nel centro sinistra. Una novità che ha fatto da subito scattare una sorta di silenziosa caccia all’uomo, partita già subito dopo lo scioglimento della seduta, nel corso di una riunione di minoranza, convocata ad hoc. Ognuno, come è naturale, afferma di avere una propria teoria e di avere un’idea del ‘‘colpevole’’ come in ogni giallo che si rispetti e già si fanno nomi (due o tre quelli maggiormente indiziati), anche se nessuno accetta di dichiararli apertamente. Addirittura alcuni ritengono che ci sia anche qualcuno nella maggioranza che abbia votato per Porro e dunque in questo caso i ‘‘traditori’’ nel centro sinistra sarebbero due e i franchi tiratori nel complesso ben tre. Certo è che a risentirne è soprattutto il livello di fiducia reciproca che si respira nel centro sinistra, anche se questo non sembra preoccupare Nicola Porro, secondo il quale l’intera vicenda ha comunque «contorni poco chiari. Un conto - spiega - sono le candidature di Gaglione e De Paolis, che senza, mettere in discussione la loro appartenenza al centro sinistra hanno assunto una posizione critica, ma comunque alla luce del sole. Ma a questo voto non siamo ancora riusciti a dare un’interpretazione, visto che non c’è alcuna logica politica in tutto questo. Di certo ne parleremo al più presto in una riunione che si svolgerà prima del prossimo Consiglio». Porro coglie comunque l’occasione per ribadire le proprie perplessità in merito alla gestione della seduta, sottolineando come a suo parere «la maggioranza non possa dire di aver fatto un miracolo di democrazia, dal momento che presentarsi con un solo nome non può considerarsi una reale apertura alla minoranza. Nessuna intenzione dunque di negare le difficoltà del centro sinistra, ora più evidenti che mai. Un centro sinistra che, secondo Porro, «ha bisogno di un colpo d’ala» e che «deve fare un’analisi profonda, che manca da dieci anni, così come manca un’analisi della situazione della città».
Si mostra perplesso per quanto accaduto al Consiglio anche il consigliere di Rifondazione Comunista Gino De Paolis. «Prima ancora che il ‘colpevole’’ - afferma sarcasticamente - sarebbe interessante conoscere il movente. Certo non si può dubitare di chi finora ha avuto un atteggiamento schietto. Quello che sfugge, in realtà - dice - è lo scopo di questo gesto, che nei fatti non è stato rivendicato. Probabilmente alla fine sarà il tempo a darci ragione e sarà sufficiente vedere se nel prossimo futuro ci saranno ‘‘ripiegamenti’’ o strani avvicinamenti di esponenti dell’opposizione. Non credo che questo evento possa avere strascichi, anche se naturalmente, qualora si trovasse il franco tiratore, un chiarimento sarebbe CONSIGLIOd’obbligo, visto che il ruolo che l’elettorato ci ha assegnato è chiaramente quello di opposizione».
Duro Petrelli, secondo il quale «essendo il consenso venuto nel segreto dell’urna qualcuno l’ha stimolato con metodi e strumenti che non sono affatto moderni», insomma, «un mercato sottobanco del quale è malata la politica. Sono consapevole - prosegue - che non può un episodio condurci ad un giudizio definitivo. Ci dimostri veramente questa maggioranza e Moscherini che sono nuovi come dichiararono. Noi siamo disponibili a collaborare lealmente e realmente, alla luce del sole, nella distinzione dei ruoli, perché non ci sia confusione e non si tradisca la democrazia».
Sul consiglio è intervenuto anche il segretario del Nuovo Psi Diego Michelli, che ha riservato un plauso all’autocandidatura di Gaglione, con la quale, si riafferma l’appartenenza dei socialisti al centro sinistra e si fuga ogni dubbio su una possibile ‘‘fuga’’, ma si assume anche un atteggiamento critico nei confronti di quegli atteggiamenti stanchi e non propositivi, che i partiti oggi rappresentano». Più duro il segretario dello Sdi Mario Flamini, che ha riconosciuto la compattezza della maggioranza, mostrata in Consiglio ed ha preannunciato la richiesta di un chiarimento urgente nel centro sinistra. «Fino ad allora - ha detto - noi difenderemo, come abbiamo fatto anche in questo caso, la nostra autonomia».