«Attenzione agli equivoci sull’hospice oncologico». L’invito, rivolto a quanti, anche dopo il consiglio comunale dell’altro giorno, in cui si è parlato anche di questo delicato argomento, proviene da un medico impegnato in politica, il capogruppo della Margherita Mauro Guerrini.

«Probabilmente - spiega Guerrini - si fa confusione tra hospice oncologico ed il reparto di oncologia di un ospedale. L’hospice è una struttura per malati terminali e per i loro familiari, una struttura cui rivolgersi quando la medicina non può più nulla, se non alleviare le sofferenze del malato. Nell’hospice si pratica la terapia del dolore, anziché gli oncologi ci sono i religiosi e gli psicologi ad assistere i pazienti, nelle loro ultime giornate terrene, ed i loro familiari. Strutture di questo tipo ce ne sono pochissime in Italia e nel Lazio, dove sono soltanto tre o quattro, tutte concentrate a Roma».


Secondo Guerrini a Civitavecchia sarebbe invece necessario un reparto di oncologia per il San Paolo: «E’ senz’altro questa la priorità rispetto all’hospice: è inammissibile che un ospedale come il San Paolo non abbia una unità che possa curare i malati neoplastici. Anzi, per dirla tutta, le priorità assolute a mio avviso sarebbero un pronto soccorso efficiente e, per completare il nuovo reparto di diagnostica per immagini, una risonanza magnetica che sia quotidianamente di ausilio ai medici del pronto soccorso stesso». Guerrini è scettico anche riguardo ai 600 mila euro che potrebbero essere destinati dalla Regione all’hospice: «Bisogna essere molto cauti - afferma- visto che comunque non sarebbe una somma sufficiente a completare la struttura e, con il dissesto finanziario della sanità regionale, si rischierebbe di rimanere con un cantiere incompiuto»