È duro il giudizio dell’ex capogruppo della Lista Saladini Gianfranco Bergodi contro il sindaco uscente. «Gino Saladini è un uomo che credeva di essere onnipotente – spiega Bergodi – ma si sapeva già da giorni che la caduta era inevitabile. I consiglieri sia di minoranza che di maggioranza non avevano più voglia di sopportare i suoi insulti e le sue “minacce”, che puntualmente arrivavano ogni volta che si contraddiceva lui o chi lo aveva voluto sindaco. Non ascoltava i consiglieri, non li considerava e li disprezzava. Di cosa si lamenta ora? Di aver perduto il potere? O cos’altro? Forse è meglio – conclude Bergodi – che il signor Saladini non dia colpa del suo fallimento ai consiglieri, inventando menzogne e spargendo veleno, e dia finalmente un segno tangibile della sua superiorità, ne esca con eleganza e soprattutto si dia pace». L’ex collega Fabrizio Reginella replica invece ai Ds accusando in particolare con l’ex segretaria Tomassini, a suo dire imposta all’assessorato all’Urbanistica da Tidei, in palese situazione di incompatibilità con il suo incarico politico. Proprio Tomassini, secondo Reginella, è responsabile di aver frenato il completamento del Piano Regolatore e la realizzazione della bretella Porto-A12, facendone lievitare i costi da 30 a 40 milioni di euro. Colpa della Quercia inoltre, secondo l’ex consigliere, l’aver tentato di imporre la cessione del 15% delle quote di Etruria Servizi, salvo poi votare con il resto della maggioranza dopo aver constato il proprio isolamento.