TARQUINIA - Le aziende turistiche e commerciali lottano per la sopravvivenza. Tante ormai chiudono. Marzia Marzoli del Sindacato Italiano Balneari del Lazio interviene sui costi della Tares  e lancia un monito ai comuni: impossibile sopportare gli aumenti. “Non bastasse la crisi economica – dice la Marzoli -  a mettere sul lastrico le aziende di tutti i comparti produttivi e turistici del paese, spingendoli ad una lotta per la sopravvivenza, rendendo impossibile investimenti e meno nuovi posti di lavoro, dal 1° gennaio si aggiunge anche la Tares, contenuta nel decreto salva Italia, ovvero la nuova tassa sui rifiuti che porterà aumenti sulla bolletta di famiglie ed aziende in tutti i comuni d'Italia”. “Dove sono i tavoli di concertazione e di ascolto con le aziende? – domanda la Marzoli - La politica dovrebbe preoccuparsi di convocare le categorie prima e non dopo aver scritto il regolamento comunale per l’istituzione della nuova tassa. La Tia ha già gravato su tutte le attività turistiche, fino a diventare insostenibile, ora non si faccia lo stesso con  la Tares, approvando il regolamento alla chetichella nei vari consigli comunali”. “L’appello delle categorie commerciali a rischio è rivolto alla politica - chiarisce la Marzoli -  ma anche ai burocrati che dovranno mettere mano agli aumenti della Tarsu e della Tia, evitando che si compia l’automatismo dell’aumento indiscriminato di 0,30/0,40  euro al metro quadrato a tutte le superfici imponibili. Un calcolo approssimativo? Per le famiglie si potrebbe trattare di un aumento dalle 30 alle 100 euro, presentandosi poi come per l'Imu con soluzione di conguaglio a dicembre, mentre la prima rata ci sarà ad aprile. Per le aziende potrebbe diventare una vera batosta, un capannone potrà pagare anche 1.000 euro in più. Un’attività di grande superficie anche 2000/ 3000 euro”. “Il pericolo per noi contribuenti? – si domanda l’esponente del Sib Lazio - Essendo la Tares un tributo il cui gettito andrà direttamente a finanziare le entrate comunali, il meccanismo di applicazione delle aliquote di imposte permetterà ai Comuni che non hanno raggiunto la copertura per la spesa sostenuta per la raccolta dei rifiuti dovranno aumentare il prelievo richiesto ai cittadini perché varrà il principio che il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti dovrà essere integralmente coperto dal gettito prodotto dalla Tares”. “Per intenderci – chiarisce la Marzoli -  e detta in parole povere, le eventuali inefficienze di chi gestisce questo processo e servizio di raccolta si tradurranno  in aumento della Tares richiesta. I comuni ben felici di gestire una tassa che gli permetterà molta liquidità, non dovranno fare l'errore di strozzare le aziende già gravemente offese dalla crisi, ma al contrario trovare spazio e rimedi nel regolamento ministeriale e comunale che in questi giorni si sta scrivendo, che evitino aumenti assurdi ed insostenibili”. “Il decreto salva Italia – conclude Marzia Marzoli -  porta con se tanti sacrifici economici, che purtroppo si stanno traducendo in una vera e propria crisi economica, dove tutto si ferma, la crescita ma anche la più essenziale sopravvivenza delle aziende che non potranno fare altro che licenziare personale e poi chiudere definitivamente. Se questo è salvare l’Italia” (a.r.)