CIVITAVECCHIA - L’hanno denominata ‘‘Operazione Meco’’, dal soprannome di una delle sette persone coinvolte, quel Domenico Gabelli già arrestato a marzo scorso con l’accusa di estorsione ai danni di un imprenditore di Poggibonsi. Un arresto, quello, che oggi è stato inserito in una più vasta operazione che ha permesso di stroncare sul nascere, a detta degli inquirenti, una banda dedita allo spaccio di cocaina sul litorale e all’estorsione nei confronti di imprenditori locali. Il blitz è scattato all’alba di oggi. Dopo lunghi mesi di indagini coordinate dal sostituto procuratore Margherita Pinto, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Civitavecchia hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare: sei gli arrestati, mentre per una settima persona, P.P. di Civitavecchia, soltanto l’obbligo di dimora. «Il tutto è iniziato a novembre scorso grazie ad una serie di servizi preventivi sul litorale - ha spiegato il comandante del Gruppo Ostia, ten. Col. Canio Giuseppe La Gala - servizi mirati all’abuso di droga e alcool soprattutto per evitare le cosiddette stragi del sabato sera. I primi tre arresti a dicembre e gennaio scorsi, poi le dichiarazioni di qualche ragazzo che hanno confermato i nostri sospetti; un locale notturno di Santa Marinella era la base logistica di un intenso traffico di cocaina». In pratica, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gestore del locale nei pressi di Prato del Mare - chiuso da febbraio a seguito di un provvedimento amministrativo - B.B. di 43 anni di Santa Marinella comunicava settimanalmente i quantitativi di droga che servivano a due rifornitori; F.O. 49enne di Civitavecchia, titolare anche di una sala giochi, e A.V. di 40anni di Santa Marinella. A loro volta i due prendevano la droga dai romani M.P. di 48enni e S.C. di 30, arrestati anche loro la notte scorsa a Borgata Ottavia a Primavalle. Un terzo romano, G.P., figlio di M.P. era già finito in manette nei mesi scorsi insieme a S.C. In questo modo la cocaina arrivava sul litorale, pronta per CARABINIERIessere immessa sul mercato. Fondamentali per ricostruire la rete dello spaccio sono state senza dubbio le intercettazioni telefoniche che hanno permesso ai militari di mettere le mani sulla banda. «Ma parallelamente era stata messa in piedi anche una attività di estorsione, il Meco che si presentava sia agli assuntori che non avevano pagato le dosi sia a imprenditori locali per recuperare crediti - ha aggiunto il comandante La Gala - un’organizzazione parallela che avevamo già frenato a marzo proprio con l’arresto di Gabelli». Oltre 40 mila euro rinvenuti e diversi i chili di cocaina sequestrata «e potevano essere di più - ha spiegato ancora - se fossimo intervenuti più tardi. La domanda stava aumentando proprio in queste ultime settimane e abbiamo deciso di scegliere la tempestività e stroncare sul nascere questo traffico di cocaina che si sarebbe potuto ingigantire». Le indagini sono concluse perché, a detta degli inquirenti, questa organizzazione è stata completamente smantellata.