Un favoloso traguardo. È quello che ha raggiunto il noto allenatore civitavecchiese Riccardo Sperduti. Domenica scorsa l’esperto tecnico ha collezionato la sua 700esima presenza in panchina della sua carriera. Nell’occasione il mister dell’Allumiere, militante nel campionato di Prima Categoria, è stato premiato con una targa ricordo dalla società biancoazzurra e dal sindaco del comune collinare Luigi Landi. E la sua squadra gli ha consentito di festeggiare al meglio, grazie alla vittoria per 1-0 contro la Virtus Rignano, che gli permette di staccare di otto punti la zona playout e di andare a caccia di una salvezza senza troppe traversie.

Presente alla premiazione anche il volto più noto del calcio allumierasco, ovvero Franco Superchi, sempre vicino alle vicende del club biancoazzurro.

«Avevo avuto qualche avvisaglia che la dirigenza dell’Allumiere stesse preparando qualcosa - racconta Riccardo Sperduti - anche perché avevo visto Carlo Gattavilla pronto con una macchina fotografica, ma è stata davvero una piacevole sorpresa. Il rapporto con la società era iniziato, da parte mia, con qualche titubanza, per quanto successo lo scorso anno, con tante vicissitudini. Ma ora sta proseguendo nella reciproca soddisfazione. Sono molto contento di aver fatto questa scelta e di aver raggiunto questo traguardo proprio ad Allumiere, paese che ha una grande tradizione a livello calcistico. Qualche retrocessione e qualche cambiamento aveva affievolito un po’ l’ambiente, che ha sempre avuto seguito ed una bella società. Ora si sta cercando di ridare il meritato lustro a questo sodalizio, che da tanti anni naviga in queste categorie facendosi valere. È la prima volta che ricevo una festa del genere, anche perché per riservatezza non ho mai tanto pubblicizzato più di tanto, ma ora ho voluto farlo, visto che sono nella fase matura della mia carriera. Sto ricevendo tante testimonianze d’affetto, sono felicissimo di questo. Per arrivare a 800 la strada sarà molto lunga». Quindi una considerazione speciale. «Superchi è stato l’emblema a livello sportivo per il paese - riprende il mister biancoazzurro - diventando per due volte campione d’Italia. Mi ha fatto particolarmente piacere la sua considerazione, sono rimasto molto sorpreso positivamente». Come detto, la vittoria con la Virtus Rignano, targata Pistola, ha consentito agli allumieraschi di fare un bel balzo in classifica. «È stato bello poter festeggiare anche dopo la partita - sottolinea Sperduti - con un brindisi finale. Ci sarà ancora da lavorare nel girone di ritorno, dobbiamo fare la corsa sulle ultime tre e stare sul pezzo fino al raggiungimento della quota salvezza, sperando che arrivi il prima possibile. La società sta lavorando in maniera molto puntigliosa, da giugno non abbiamo mai avuto un problema e non ci siamo mai sentiti soli. Il gruppo si allena sempre con almeno 20 giocatori e dà sempre disponibilità. Siamo partiti dalle macerie e stiamo ricostruendo bene». Domenica scorsa la panchina numero 700, ma lo “Special One” ricorda la prima? «Ho cominciato alla San Pio X in Terza Categoria nel 1996 - racconta Riccardo Sperduti - con una squadra Under 21, totalizzando 22 vittorie e quattro pareggi, ottenendo subito la promozione». Ma quali sono state le esperienze più belle? «A dir la verità la mia più grande soddisfazione l’ho avuta all’Anguillara - dichiara il tecnico - vincendo coppa e campionato nello stesso anno con una squadra formidabile. Sono stato anche premiato come miglior allenatore del Lazio per quel triennio, a livello personale è stato un momento altissimo, è stato come vincere un Pallone d’Oro per me. Gli anni di Tolfa sono stati memorabili, arrivando anche allo spareggio per andare in Eccellenza perdendo ai calci di rigore, con 1000 tolfetani che ci sostenevano. Avevamo una squadra che non veniva accreditata per certi obiettivi. Abbiamo dato vita ad un calcio eccezionale. E poi la Caninese, dove ho conquistato un traguardo sportivo eccezionale, raggiungendo l’Eccellenza con la squadra di un paese. Dovemmo affrontare tutti i playoff in trasferta e riuscimmo a passare tutti e tre i turni vincendo sempre lontano da casa. Fu una festa incredibile. Ho avuto ricordi belli anche a Trevignano, nonostante avessimo perso il campionato all’ultima giornata, oppure le salvezze ottenute in corsa con il Canale Monterano. Ho avuto anche annate amare, chiuse con la retrocessione o con l’esonero, ma il bilancio pende molto a favore delle stagioni positive. Ho conosciuto tanti giocatori, tanti dirigenti, tanti tifosi, ho visto ragazzi che ho allenato quando erano fuori quota e che ora hanno moglie e figli, questo fa capire che un po’ mi sto invecchiando. Quando fai 700 panchine, vuol dire che sono quasi trent’anni di calcio, delle amarezze ci possono stare, basta guardare quanto accaduto alla Roma». La premiazione a Sperduti, soprannominato lo “Special One” dai tempi del Tolfa, è arrivata due giorni prima dell’esonero dalla Roma del titolare del nickname, ovvero José Mourinho. «Non mi fa molto piacere essere l’unico tecnico in sella ad avere questo soprannome - conclude Sperduti - la mia fede romanista non mi fa essere molto contento. Avrei lasciato Mourinho al suo posto almeno fino alla fine dell’anno. Ha avuto sempre la squadra in pugno e il pubblico è dalla sua parte. Ora non credo che certi calciatori diventeranno improvvisamente campioni. Comunque augurissimi a Daniele De Rossi per questa esperienza».

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