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Domenica 22 settembre Riccardo Macii, conosciuto in città per essere il presidente degli Sbroccati di enduro bike, ha concluso il suo viaggio da Reims a Roma, timbrando la credenziale per la tappa finale alla Basilica di San Pietro e ritirando il Testimonium.
In 15 giorni ha percorso circa 1700 km in bici lungo la Via Francigena, superando le sfide delle Alpi e degli Appennini, tra crescita personale e avventure straordinarie. È anche l'occasione per ascoltare le parole di Macii ed il racconto di un viaggio che non capita di fare tutti i giorni.
Cosa l’ha spinta a scegliere la Via Francigena come itinerario per il suo viaggio?
«Da tempo volevo fare un viaggio che fosse sia fisico che spirituale. La Via Francigena mi ha sempre affascinato per la sua ricca storia e il profondo legame con i pellegrini che l'hanno percorsa nei secoli, trasformata nei tempi moderni in un viaggio di scoperta e riflessione. Partire da Reims è stato il modo perfetto per affrontare un viaggio in solitaria, offrendo non solo la possibilità di esplorare luoghi straordinari, ma anche di dedicarmi completamente a me stesso, lontano dalla frenesia quotidiana».
Quanto tempo ha impiegato per completare l'intero percorso?
«Ho impiegato 15 giorni per portare a termine il mio viaggio, percorrendo una media di 110 km al giorno. Mi fermavo a visitare i borghi e i paesi che incontravo lungo il cammino, immergendomi nelle loro atmosfere uniche e autentiche. È stata un'opportunità per scoprire culture locali e vivere momenti che un normale itinerario turistico non avrebbe permesso».
Qual è stata la parte più impegnativa del viaggio, sia fisicamente che mentalmente?
«Senza dubbio, il tratto più impegnativo del viaggio è stato l'attraversamento delle Alpi e degli Appennini. Le lunghe salite si sono rivelate estremamente lunghe ed estenuanti, e spesso mi sono trovato a dover affrontare condizioni atmosferiche non favorevoli, soprattutto in Francia e in Svizzera dove ha piovuto spesso. A livello mentale, la parte più difficile è stata sicuramente quella iniziale, poiché l’ansia e la paura mi accompagnavano sin dal momento della partenza da casa. Riuscire a gestire queste emozioni non è stato affatto semplice, ma pedalata dopo pedalata ho trovare la forza interiore necessaria per andare avanti».
Come si è preparato fisicamente per affrontare un viaggio così lungo?
«Mi sono allenato regolarmente nei mesi precedenti, facendo giri gradualmente sempre più lunghi e con maggiori salite, cercando di abituarmi a sforzi prolungati con un ritmo costante».
Ci sono stati momenti in cui ha pensato di abbandonare?
«Si, ci sono stati momenti di profondo sconforto, in particolare all'inizio del viaggio mi sono trovato a interrogarmi perché stessi affrontando un’impresa così dura da solo. L’ansia e le paure mi assalivano facendomi sentire sopraffatto e insicuro. Era un mix di preoccupazioni per la mia capacità di affrontare le sfide e di nostalgia per la comodità della vita quotidiana. Tuttavia, con il passare dei giorni ho iniziato a guadagnare fiducia in me stesso. Ogni tappa completata e ogni piccolo traguardo raggiunto hanno contribuito a rafforzare la mia determinazione. Ho scoperto una resistenza che non sapevo di avere e ho cominciato a sentire che avrei potuto affrontare qualsiasi sfida. La strada, con tutte le sue difficoltà, stava diventando un maestro, e io, un allievo disposto a imparare e a crescere».
Ha incontrato altri pellegrini lungo la strada?
«Sì, lungo il percorso ho incontrato diverse persone, sia a piedi che in bici. Ogni persona che ho incontrato aveva una storia unica e un motivo personale per intraprendere quel cammino, scambiandoci consigli, suggerimenti e condividendo le nostre esperienze. Questi incontri hanno reso il viaggio ancora più memorabile e significativo».
Quali sono stati i luoghi più affascinanti che ha attraversato?
«Il percorso è stato tutto straordinario, attraversando Francia, Svizzera e Italia in bici ho scoperto luoghi che il turismo convenzionale raramente permette di apprezzare. Certo, le grandi città e i luoghi famosi sono affascinanti, ma ciò che mi ha colpito di più sono stati i piccoli borghi nascosti, ricchi di dettagli unici e atmosfere senza tempo, come quelli della Borgogna, della Svizzera e della Toscana. Attraversare le Alpi circondato da boschi mi ha permesso di vivere un’esperienza di profonda connessione con la natura. La bellezza incontaminata dei paesaggi e l’aria fresca e pura che respiravo mi hanno fatto sentire parte integrante di quel mondo».
Come ha gestito l’aspetto logistico del viaggio?
«Ho pernottato principalmente negli ostelli delle chiese dedicati ai pellegrini, e una notte l’ho passata in campeggio. Sebbene avessi pianificato le tappe in anticipo, a volte mi fermavo dove trovavo disponibilità. Spesso, la colazione e la cena erano incluse nei servizi offerti dagli ostelli, il che mi ha permesso di gustare piatti tipici e condividere momenti conviviali con altri viaggiatori. A pranzo, ho sempre cercato un pasto leggero, tenendo conto che nel pomeriggio avrei dovuto pedalare per altre ore».
Cosa ha imparato da questa esperienza?
«Questo viaggio mi ha insegnato tantissimo sulla pazienza e sulla resilienza. Ho scoperto che il corpo è capace di molto più di quanto pensiamo, a patto che la mente sia focalizzata sull’obiettivo. Passare così tanto tempo immerso nella natura in solitudine mi ha offerto l'opportunità di riflettere profondamente su me stesso e affrontare le mie paure. Uscire dalla comfort zone è stata una sfida enorme, ha significato abbandonare tutto ciò che conosci e che ti fa sentire al sicuro, affrontare l’incertezza e mettere alla prova i propri limiti. Ma è proprio in quei momenti che cresci davvero, perché ti rendi conto che le tue capacità superano le tue aspettative ed è lì che impari a fidarti di te stesso».
Ha consigli per chi desidera intraprendere un viaggio simile, in particolare per chi sceglie la bicicletta?
«Il mio consiglio principale è di prepararsi non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Un viaggio come questo richiede resistenza e determinazione, quindi è fondamentale allenarsi in anticipo, ma anche sviluppare una mentalità aperta e flessibile. Portate con voi solo l'essenziale, ogni oggetto che decidete di portare può nascondere una vostra paura. Chiedetevi sempre: “Questo oggetto è davvero necessario, o è solo un modo per sentirmi al sicuro?” Assicuratevi che la vostra bici sia in perfette condizioni, facendo un’ottima manutenzione prima di partire. Pianificate il percorso e le tappe, ma non dimenticate che le circostanze impreviste possono sempre presentarsi. Essere pronti ad adattarvi è parte del viaggio stesso e può portare a scoperte inaspettate. Questo tipo di avventura è un'opportunità unica che arricchirà la vostra vita in modi che non potreste immaginare. La vera meta non è semplicemente la destinazione finale, ma è il viaggio stesso e le esperienze che vivrete lungo il cammino. Ogni pedalata, ogni incontro e ogni sfida contribuiscono a creare ricordi indelebili».
Quali emozioni ha provato quando ha visto Roma?
«Nel completare il cammino, ho provato una gioia indescrivibile e un senso di realizzazione profonda che mi ha riempito il cuore. L'arrivo alla meta finale è stato un momento carico di emozione, reso ancora più speciale dalla mia famiglia, che mi attendeva con sorrisi e abbracci calorosi. Tuttavia, ho anche avvertito un senso di tristezza, poiché il viaggio era giunto al termine, in questi giorni ho imparato che la vera meta non risiede semplicemente nell'arrivare, ma nel percorso stesso e nelle esperienze vissute lungo il cammino».
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