CIVITAVECCHIA - Una vertenza che sembra essersi infilata ormai in un vicolo cieco. Port Mobility è alle battute finali: a meno di notizie o stravolgimenti dell’ultima ora, domani in Regione Lazio si andrà a firmare la chiusura della procedura avviata dalla società a gennaio, indicando 26 unità in esubero. Mancato accordo tra le parti - considerata la bocciatura, attraverso il referendum sottoposto agli stessi lavoratori, della bozza alla quale sindacati e azienda avevano lavorato nei mesi scorsi - e quindi via alla procedura di licenziamento. Questa sembra essere la strada tracciata. A nulla è valso il percorso messo in campo per tentare di portare la situazione in un porto sicuro. A nulla sembra essere servita anche la cabina di regia promossa dal Pincio e che di fatto poco avrebbe potuto garantire.
Perché il “gentleman agreement” che sindaco Tedesco ed assessore Barbieri hanno suggerito alle parti con il documento a chiusura del tavolo, non basta a scongiurare un epilogo che nessuno, forse inizialmente, si sarebbe aspettato. Un “aiuto esterno” che poco ha potuto perché poco in realtà poteva. Anche i sindacati oggi, con il voto negativo della maggioranza dei lavoratori che pesa come un macigno, non hanno margini di manovra: l’unica possibilità è quella di mettere a disposizione i propri patronati per assistere chi sarà coinvolto nei licenziamenti. Per ora tutti sono trincerati dietro il silenzio. Ventiquattro ore, o poco più, per capire quella che sarà la piega definitiva di questa vertenza. Se i lavoratori che hanno votato “no” al referendum cambieranno idea e daranno ai sindacati un mandato differente, allora la situazione potrebbe virare verso altri lidi, altrimenti la partita si chiuderà in maniera negativa.
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