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CIVITAVECCHIA - «Propongo ufficialmente la convocazione di un consiglio comunale aperto per incalzare La Regione Lazio affinché anche il comune di Civitavecchia possa essere riconosciuto quale sito di area di crisi complessa, potendo attivare il sostegno economico previsto dalla normativa di settore». Lo dichiara il capogruppo della Svolta Fabiana Attig che interviene sulla vertenza Enel. ricordando che la Regione «ad ottobre 2018 - prosegue Attig - su proposta della Commissione sviluppo a firma del presidente Zingaretti e del Ministro dello sviluppo economico Di Maio, ha approvato l’accordo di programma per la riconversione e riqualificazione dell’area di crisi industriale complessa per 46 comuni di Frosinone e ben 9 della Città metropolitana di Roma. Non si comprende come mai illustri rappresentanti politici locali come la vicepresidente della Commissione regionale sviluppo economico, attività produttive e start-up Marietta Tidei, che molto bene conosce la questione Enel, non abbiano minimamente pensato alla situazione drammatica di Civitavecchia». Per Attig hanno prevalso i giochi di palazzo per una maggioranza puntellata. «Oggi - continua dura - la nostra amministrazione a poco meno di un mese, si trova a dover far fronte all’ennesima crisi produttiva che investe non soltanto tutto l’indotto che orbita in Enel, ma anche trascina con se anche il porto di Civitavecchia. Anticipare l’uscita dal Carbone fissata nel 2025, cinque anni e mezzo prima, senza un piano preciso, dove l’unica certezza è aver messo in ginocchio imprese locali dell’indotto oltre che centinaia di lavoratori di settore, non può essere tollerato. Enel non può e non si deve permettere di decidere il bello e il cattivo tempo facendo contestualmente il muro di gomma. Il comune di Civitavecchia - tuona Attig - è il primo soggetto istituzionale a cui deve rendere conto. Noi non passeremo 5 anni dormienti di amministrazione, come i Cinque stelle. Il Movimento è passato dalle battaglie annunciate contro i ‘‘poteri forti’’ e contro i ‘‘soldi sporchi di sangue’’ agli sconti milionari (300 milioni) per investimenti sulle rinnovabili, ed ad altri regali ad Enel». Il capogruppo della Svolta non ha dubbi, con la scelta dell’amministrazione Tedesco la città ha scelto di recidere il cordone ombelicale con il colosso energetico. «Enel - conclude Attig - deve risarcire il danno prodotto ad un territorio ormai fortemente compromesso per effetto della sua ingombrante presenza ad iniziare con la restituzione dei 300 milioni di euro. Una diversa possibilità di sviluppo industriale della nostra città è possibile anche senza Enel».