PROCENO – La Fondazione Gualtiero Sarti e alcuni amici dell’Alta Tuscia ricordano i 20 anni della scomparsa dell’amministratore e politico Nello Diamanti. Domenica alle 11, presso la sala di Palazzo Sforza, è in programma un incontro pubblico in cui si ripercorrerà la storia di colui che fu per tanti anni sindaco del paese e si cercherà di sviluppare un ragionamento sul futuro di Proceno e del territorio, partendo dalle lotte contadine del dopoguerra per il superamento della mezzadria.

Nello Diamanti, sindaco di Proceno dal 1951 al 1978 e ancora dal 1987 al 1990, morì il 21 marzo 2003. Era il 2 luglio del 2017 quando la Fondazione Gualtiero Sarti e il comune di Proceno con la sindaca Cinzia Pellegrini, alla presenza del senatore Ugo Sposetti, gli intitolarono una piazza.

L’incontro del 26 marzo, presieduto da Tolmino Piazzai, sarà aperto dai saluti del sindaco di Proceno Roberto Pinzi. Seguono gli interventi di Ugo Nardini sul tema “Nello Diamanti dirigente politico”, di Ermanno Guerrini su “Nello Diamanti sindaco di Proceno”, del professor Paolo Passaniti (Università degli Studi di Siena) su “Le lotte mezzadrili del dopoguerra” e del professor Ferdinando Terranova (Università La Sapienza di Roma) su “Il futuro dei borghi nelle aree interne”.

La fine del mondo mezzadrile e l’apertura dell’Autostrada del Sole nel 1964 segnano negativamente il futuro di territori come l’Alta Tuscia laziale. Inizia un impoverimento economico, sociale, demografico ancora in corso. Le varie iniziative intraprese anche a carattere intercomunale esistenti come il Consorzio di bonifica, o nuove, negli anni Settanta, come l’avvento delle regioni, la Comunità montana, il Consorzio industriale di Campo Morino di cui Nello Diamanti è stato un protagonista, non sono riusciti a invertire la rotta. La domanda che ci si pone è questa: la riscoperta delle aree interne, come risorsa preziosa e come spazio abitabile di valore, riuscirà a dare un futuro a queste terre? Il passato può essere utile al futuro? Il senso di coesione, di condivisione, di comunità, di mutua solidarietà che esisteva nelle lotte mezzadrili e nella vita delle campagne del dopoguerra, il mantenimento di un paesaggio armonico e straordinario ricco di colori, profumi, aromi custodito gelosamente dai contadini, possono essere le chiavi per costruire il futuro? Saranno queste le domande a cui tenterà di rispondere il professor Passaniti, mentre il professor Terranova approfondirà i nuovi strumenti di intervento nelle aree interne per delineare un percorso identitario e di comunità per questi territori di confine.