SANTA MARINELLA – «Voglio fare una considerazione sulle due sedute di consiglio sulla mozione di sfiducia e documentare come è stata poco attenta questa maggioranza, oltre a dimostrare che è impreparata”.

A dirlo è il consigliere di opposizione Roberto Angeletti.

“Visto che in passato è stato sfiduciato – continua Angeletti - il sindaco doveva essere a conoscenza di come sarebbe dovuta andare la votazione. Credo che in assenza di palesi e conclamate crepe sulla tenuta di una maggioranza, una mozione di sfiducia presentata da un consiglio comunale con una maggioranza coesa, avesse una sorte segnata, e così è stato. Non poteva andare diversamente e senza voler entrare sulle motivazioni della coesione della maggioranza, resta un deficit amministrativo per una gestione approssimativa delle sedute consigliari. L'art.38 del Tuel e l'art 12 del regolamento del consiglio, prevedono che il presidente del consiglio comunale ha i poteri di convocazione e direzione dei lavori e delle attività' del consiglio stesso, lo rappresenta e ne assicura l'esercizio delle funzioni. Quindi, non interessa attribuire responsabilità' al presidente del consiglio o ai funzionari addetti allo svolgimento delle operazioni specifiche di convocazione». «Alcune osservazioni vanno fatte sulle modalità di convocazione e di votazione sia della prima che della seconda seduta - prosegue Angeletti - Nella prima seduta del 5 febbraio il Tuel prevedeva che il sindaco e la giunta lasciassero la carica, in caso di approvazione della mozione di sfiducia, votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti in consiglio. Considerato che lo stesso consiglio è composto dai consiglieri che sono eletti direttamente dai cittadini, appare errato che a votare fosse stato anche il sindaco, come errato è stata la votazione per alzata di mano. Nella seconda seduta del 16 febbraio scorso, il regolamento del consiglio, prevede che si può deliberare esclusivamente sugli argomenti posti all'ordine del giorno, mentre l'art. 27 del regolamento stabilisce che in caso di votazione immediata, solo i consiglieri che hanno preso parte alla precedente seduta potevano votare».

«Invece - sottolinea Angeletti - è stata disposta una nuova seduta con la convocazione di tutti i consiglieri, anche quelli assenti nella precedente seduta. Per cui, delle due, una. O si considerava la seconda seduta come una continuazione della prima e quindi non sarebbe stato possibile convocare anche i consiglieri assenti, oppure essendo, come in effetti è stata, la seconda seduta del tutto nuova rispetto alla prima, sarebbe stato necessario un nuovo e completo dibattito con la reiterazione degli interventi ed una distinta votazione sulla base degli esiti della nuova discussione. Sembra tutto questo una mera questione di forma, ma in realtà è il sintomo di una gestione amministrativa che presenta non poche crepe».

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