OSTIA - Ogni plesso elettorale sarà vigilato 24 ore su 24 da Polizia, Carabinieri e Finanza. La vigilanza terminerà solo a chiusura dei seggi e all’Esercito spetterà il compito di vegliare sul deposito delle schede. Voto in un’unica giornata, oggi. E poi si saprà se il Parlamentino del litorale andrà ai Cinque stelle o al Centrodestra.

I comizi di chiusura non hanno riempito le piazze. Dopo la fortissima astensione del primo turno forse gli episodi intimidatori delle ultime due settimane hanno ancora aumentato la disaffezione dei cittadini. «L’aria che tira», l’hanno respirata anche i giornalisti dell’omonima trasmissione di La7, ai quali hanno tagliato le gomme della macchina proprio mentre la Ostia antimafia andava in piazza per la seconda volta in cinque giorni.

 E la scorsa notte la porta del circolo Pd locale é stata trovata bruciata, una intimidazione alla quale il segretario dem Matteo Renzi ha risposto «il Pd non si fa intimorire e non si fa minacciare». 

Unanime la condanna delle forze politiche. «Vile intimidazione» l’ha definita il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Quella per il Decimo Municipio di Roma é stata una campagna dura, oscurata al primo turno dalla ben più importante sfida per la Regione Sicilia, poi peròò deflagrata sui media con l’aggressione alla troupe Rai l’8 novembre. E’ sfida M5S-centrodestra, come nell’isola, e si gioca in una ex Circoscrizione sciolta per mafia sull’onda dell’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’ - unico Municipio della capitale -, e commissariata per due anni, con una popolazione di 240mila abitanti. 

Al primo turno é uscito il Pd, che ha pagato caro l’ex presidente arrestato per Mafia Capitale e condannato a 5 anni. Così di fronte ci sono i cinquestelle con Giuliana Di Pillo - che stasera ha chiuso con Virginia Raggi e Alessandro Di Battista, mentre ha dato forfait Roberta Lombardi perché influenzata - che vogliono dimostrare come Roma non abbia già mollato la sindaca a un anno e mezzo dalla sua clamorosa elezione. «Virginia mi piace ogni giorno di piu’», scalda le poche decine di presenti «Diba». 

E la destra che vuole iniziare a tornare con Monica Picca - in piazza con Giorgia Meloni - dopo da delusione in Campidoglio di Gianni Alemanno. «Un avviso di sfratto a Raggi», lo hanno definito nel caso vincessero. Il modello Ostia (e Sicilia) con Fi e Lega replicabile anche a livello nazionale, assicura Meloni. Quattro i punti di distacco dopo il primo turno a favore di Di Pillo. Una campagna elettorale che ha visto, oltre alla ‘capocciata’ di Roberto Spada a Daniele Piervincenzi, l’endorsement dello stesso Spada a CasaPound (9%, l’exploit dell’estrema destra) e le reciproche accuse tra M5S e Fdi-An di avere il clan con sé.  Un candidato é stato cacciato da Fratelli d’Italia per aver scritto a Roberto Spada su Fb «riprendiamoci Ostia». E ancora l’aggressione a un esponente della lista civica del prete Franco De Donno, e prima del rogo alla sede Pd, la foto della leader Fdi Meloni con Picca e un altro Spada. Veleni, sospetti, colpi bassi che incrinano il fronte antimafia, tanto da rendere necessarie due manifestazioni, la seconda unitaria.

E nell’ ombra clan più potenti degli Spada all’apparenza silenti.  Ci sarebbero anche i programmi, con la legalità promessa sia da Di Pillo che da Picca; l’abbattimento del lungomuro che impedisce di vedere il mare per chilometri a Ostia (priorita’ per M5S); la valorizzazione di Ostia Antica, una seconda Pompei; rimedi per piaghe annose come i trasporti carenti e l’abusivismo edilizio. Di Pillo pare avvantaggiata dall’appoggio di parte della sinistra - anche se Di Battista gli riserva stasera un «vaffa» fragoroso -, mentre Picca non può chiedere apertamente i voti di CasaPound, che peraltro ha chiesto agli elettori di andare al mare.  Ma l’incognita per tutti e’ l’astensione e la poca gente di venerdì sera  in piazza non promette bene.