«Ritengo doveroso intervenire circa la spinosa questione riguardante la delibera n. 178/2024 emanata dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Questo perché è stata messa in atto dalle forze politiche di opposizione, in particolar modo dal Partito democratico, l’ennesima speculazione volta a mistificare la realtà per aizzare il malcontento dei cittadini e cercare di riguadagnare consensi elettorali». A dichiararlo, in una nota, il consigliere regionale Giulio Zelli, di Fratelli d’Italia.

«La Regione Lazio, difatti, è già in prima linea contro questa nefasta eventualità. Ed ha agito ben prima che il Pd e il resto del centrosinistra cercassero di strumentalizzare la situazione. Ne è prova tangibile la lettera firmata dall’assessore regionale ai Trasporti, Fabrizio Ghera, e dai suoi omologhi della Regione Toscana e Umbria, peraltro governate dal Pd stesso. Nella missiva è stata manifestata la più profonda e crescente preoccupazione in merito alle disposizioni contenute nella delibera Art». Zelli precisa che al momento «solo uno dei due che erano diretti a Firenze da Roma sta mantenendo la percorrenza della linea direttissima fermando ad Orte ed è il Roma Firenze il 4106 delle 17:20. A questo treno, per ora, sono state agganciate due carrozze ulteriori. Questo ha in parte alleviato la necessità di ulteriori spazi ma sicuramente non ha risolto il problema. Mentre, invece, il treno delle 17:26 Roma Termini-Orte utilizza la linea lenta. L’assessore Ghera ha chiesto all’assessore umbro di valutare la possibilità, per il treno 4514 Roma Termini- Terni delle ore 17:00, di effettuare la fermata anche ad Orte. È stato inoltre previsto l’acquisto di treni da velocità superiore a 200 km orari ma questi non saranno in consegna prima del 2026/2027».

Rispetto alla delibera Art che vieta da gennaio 2026 l’utilizzo della linea direttissima per i regionali, «le conseguenze dell’applicazione di queste disposizioni - argomenta Zelli - sarebbero particolarmente severe e diffuse per i nostri territori. In primo luogo, si assisterebbe alla vanificazione di ingenti investimenti pubblici con potenziale danno erariale. La Regione Lazio, nell’ambito del Contratto di Servizio Trenitalia, ha previsto un investimento per l’acquisto di 4 treni, capaci di viaggiare alla velocità di 200Km/h. In secondo luogo, verrebbe compromesso il diritto alla mobilità con un grave impatto sociale. Il dirottamento dei servizi regionali sulla linea convenzionale “lenta” (LL) comporta un drastico aumento dei tempi di percorrenza per i collegamenti verso Roma e Firenze. Questo penalizza gravemente i pendolari, lavoratori e studenti, che quotidianamente utilizzano tali servizi. Si verificherebbe un ritorno all'isolamento infrastrutturale per molte zone, su tutte la Tuscia, che incentiverebbe l’aumento del ricorso al mezzo privato, in palese contrasto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e le politiche di promozione del trasporto pubblico. Inoltre, si verificherebbe un peggioramento degli standard di servizio e un aumento degli oneri economici per gli utenti» Per tutte queste ragioni, la Regione Lazio «ha chiesto formalmente e con la massima urgenza il mantenimento degli attuali livelli di servizio e delle tracce orarie per i treni regionali sulla linea Direttissima Firenze-Roma, anche successivamente al 1° gennaio 2026 - dice Zelli - Ciò al fine di garantire la piena utilizzabilità del nuovo materiale rotabile acquistato e il rispetto degli attuali modelli di esercizio. Inoltre, è stata chiesta la sospensione immediata dell’applicazione per i servizi afferenti alle nostre Regioni delle prescrizioni della Delibera Art n. 178/2024 e delle relative previsioni del PIR 2026 che limitano l'accesso alla DD, nonché di qualsiasi iniziativa volta ad anticipare tali restrizioni, come quella comunicata da RFI per dicembre 2025. Infine, è stato chiesto l’avvio immediato di un Tavolo di confronto tecnico e politico congiunto che coinvolga le Regioni, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, RFI , Trenitalia e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La Regione Lazio - conclude Zelli - lo ha detto chiaramente: non potremo in alcun modo accettare l’assenza di urgenti provvedimenti correttivi e derogatori, come quelli richiesti».