«Basta essere l'uscita di sicurezza per tutti quei territori che non si sono attrezzati».

Il tema è quello annoso dei conferimenti di rifiuti da tutto il Lazio nella discarica di Monterazzano.

I dati forniti da Ecologia Viterbo sull'immondizia proveniente dal resto della regione, e riferiti solo al 2022, fotografano la massiccia invasione del sito viterbese. Quelli arrivati da fuori superano di circa 58mila tonnellate quelli prodotti nel Viterbese: 171mila le tonnellate di rifiuti altrui che il nostro territorio è stato costretto ad accollarsi contro le 112mila di 'monnezza' locale. La sindaca Chiara Frontini è categorica e, dopo le polemiche e il botta e risposta tra Comune e Regione - nello specifico tra la prima cittadina e il consigliere regionale Sabatini, con intervento anche dell'assessore regionale Ghera - scaturite a seguito del secondo ricorso al Tar presentato dall'amministrazione, ieri ha voluto spiegare «all'opinione pubblica le motivazioni tecniche alla base di questa ulteriore azione che si pone nell'ottica di una battaglia giuridica e amministrativa da cui non vogliamo recedere di un passo». «Quello che sta facendo la Regione in questo momento non ci piace, sulla discarica la Pisana ha molto di cui rispondere», attacca l'inquilina di Palazzo dei Priori, aggiungendo poi «mi spiace che Sabatini l'abbia buttata in politica, stiamo solo difendendo il territorio».

No all'ampliamento, anche se poi ridotto, del quarto invaso: «550mila metri cubi per 646mila tonnellate di rifiuti non differenziati abbancabili a servizio di tutto il Lazio, con una vita utile del nuovo sito stimata in 7 anni». «Per allora - rimarca - saremo di nuovo qui a parlare di ulteriori ampliamenti». Estensioni che non servono a Viterbo perché «è lunica provincia del Lazio che chiude il ciclo dei rifiuti sul proprio territorio» e pertanto non dovrebbe essere soggetto di apertura di nuovi siti.

Ma tra le motivazioni dell'azione legale anche il fatto che «il progetto approvato è differente da quello approvato dalla conferenza dei servizi. Il primo - evidenzia la sindaca - prevedeva un ampliamento di 960mila metri cubi, per oltre un milione di tonnellate di rifiuti». Ed è su quello che è arrivato il via libera della conferenza dei servizi che si è conclusa a dicembre 2023. L'ok alla riduzione della volumetria dell'invaso è invece arrivato a febbraio 2024. Senza che siano stati espressi ulteriori pareri. Secondo il ragionamento della sindaca e dell'amministrazione, evidenziato poi tra le motivazioni del secondo ricorso, trattandosi di un progetto diverso «necessita di un ulteriore iter autorizzatorio».

Sottolineando di ritenere il nuovo invaso «comunque un'ingiustizia verso il nostro territorio, il vulnus maggiore è quello di mettere nero su bianco negli atti i conferimenti costanti dal resto della regione».

E la battaglia dell'amministrazione potrebbe non limitarsi a due ricorsi. Chiara Frontini, infatti, ammonisce: «E' altamente probabile che ce ne sia anche un terzo contro il Paur».