CERVETERI - «Una cifra molto importante che se da un lato è vero ci consegnerà un bilancio più stringente in questa annualità, dall'altro ci garantirà un futuro amministrativo più roseo e sgombero da pendenze che ci avrebbero potuto mettere in difficoltà verso terzi». L'assessore alle finanze, Alessandro Gnazi, commenta così l'approvazione in consiglio comunale dei debiti fuori bilancio, per un ammontare di oltre 300mila euro. «Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio è un altro tassello nel processo di riassetto economico del nostro comune - ha spiegato - l'obiettivo è quello di consegnare alla cittadinanza una macchina amministrativa stabile, economicamente forte e sana». E se da un lato tra questi debiti ci sono «questioni importanti e di estrema urgenza - come spiegato dal palazzetto comunale - come l'intervento di ripristino e messa in sicurezza di un'area del territorio a seguito di una tromba d'aria, la conduzione e manutenzione degli impianti di depurazione di Campo di Mare, del Sasso e del Borgo di Ceri e alcune spese per il trasporto disabili da e per i centri di riabilitazione», a essere contestati dall'opposizione sono i debiti relativi alle spese legali «per sentenze emesse nei processi in cui il comune è risultato soccombente» (che però dal Comune spiegano «era impossibile quantificare in anticipo a bilancio») e quelle relative a 16mila euro per delle «transenne per la delimitazione di un'area in località Campo di Mare». Vicenda questa su cui è intervenuto, oltre che il consigliere Luigino Bucchi, anche il collega Salvatore Orsomando: «Perché noleggiare quando acquistare sarebbe stato meno oneroso e le transenne sarebbero rimaste nei beni del comune - si chiede Orsomando - Perché dopo 60 anni di parcheggio in quell'area ci si è accorti di questi sgocciolamenti e in 24 ore si pretese di salvaguardare un'area probabilmente già pregiudicata da un presunto danno ambientale?». Secondo quanto riferito in consiglio comunale infatti, quelle transenne sarebbero servite «per arginare la sosta di autoveicoli che producendo sgocciolamenti - aveva spiegato sempre Orsomando - avrebbero sicuramente prodotto un danno ambientale». «Per quale motivo si ritenne opportuno chiudere l'area, visto oche non esisteva nessuna relazione istituzionale che attestasse la possibilità di un danno ambientale?», incalza ancora il consigliere d'opposizione puntando i riflettori sull'affidamento dei lavori dato alla Multiservizi («che non deteneva transenne») anziché all'ufficio ambiente del comune. Insomma, per i consiglieri d'opposizione, «una più attenta gestione avrebbe fatto risparmiare diverse centinaia di euro».

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