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TARQUINIA - Finanziate dalla Comunità Europea e gestite dalle regioni, aggregano imprenditori multicategoria con obiettivi comuni, atti a valorizzare il territorio e i prodotti tipici. Tarquinia, capitale della dodecapoli etrusca, oggi un importante comune della Tuscia, ne ha due, una di queste è stata istituita con scopi ben precisi e innovativi. Lo afferma Giorgia Pusceddu che spiega le realtà presenti in città.
«La rete, con nome Tarquinia - spiega Giorgia Pusceddu - è composta da circa quaranta imprenditori, coordinati dal loro presidente, il dottor Marco Bianchi, un imprenditore che ha sempre lavorato nel mondo della consulenza aziendale prima e successivamente ha creato una delle prime ESCo (energy saving company) in Italia. In seguito alla cessione al gruppo Snam della società ha per sei anni svolto il ruolo di amministratore delegato della Tep Energy Solution società detenuta da Snam e CDP (Cassa Depositi e Prestiti). Attualmente è presidente della società Energyetika e svolge attività di consulenza strategica nel mondo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili». «Questa rete - spiega Bianchi alla Pusceddu - ha molti imprenditori amici che rappresentano delle aziende di riferimento nella zona e quando mi è stato proposto di entrare nella rete, pur non essendo un imprenditore locale, ho accettato perché amo Tarquinia e il suo territorio. Io sono residente a Tarquinia ma non sono nato qui. Ho cominciato a frequentarla più di 40 anni fa come turista e nel corso di questi anni ho scoperto un territorio fantastico che in ogni stagione riesce a sorprenderti da molti punti di vista, natura, cultura, paesaggi, cibo. Mi ha sempre molto sorpreso come una località così particolare e vicina a Roma fosse così poco frequentata e conosciuta, se non per le tombe e lo splendido museo. Credo che il tema del turismo sia un argomento molto delicato perché la vocazione di questo posto è prevalentemente agricola e nel corso degli anni si è lavorato poco per far conoscere Tarquinia e renderla un’attrazione turistica. Il tempo passa e credo che sia anche il momento di capire se c’è la volontà, sia dell’amministrazione pubblica sia del mondo imprenditoriale, di provare a fare qualcosa di concreto per cambiare le carte in tavola. Purtroppo oggi anche le innumerevoli attrazioni che Tarquinia ha non sono sufficienti a garantire uno sviluppo turistico di qualità e fidelizzato negli anni. C’è bisogno di fare sistema con un progetto di media-lunga durata che caratterizzi il territorio e faccia convergere investimenti nazionali ed esteri. La rete è appena nata e non nascondo le difficoltà di una start-up su questi temi. Io però sono un eterno ottimista e credo che dobbiamo fare di tutto per provare a cambiare l’inerzia delle cose. Abbiamo una nuova amministrazione, un territorio meraviglioso, abbiamo delle eccellenze in più settori merceologici, insomma una storia fantastica. Dobbiamo diventare un punto di riferimento come rete e proporci per creare; tutto questo lavorando su un progetto che possa essere più condiviso possibile».
«Mi piacerebbe - prosegue Bianchi - provare a lasciare alle spalle il passato con le sue diverse ideologie politiche e pensare solo alla crescita del territorio, dando spazio alle idee sostenibili ed incoraggiando i giovani a credere in qualcosa per il loro futuro. Credo che si debba partire da qui per coniugare gli obiettivi di breve e medio termine. Ognuno di noi può fare qualcosa e quindi chiedo ai retisti di crederci mettendosi a disposizione della rete e del territorio per dimostrare che insieme si può fare tutto, fidandosi gli uni degli altri e chiedendo alla nuova amministrazione di giocare la partita con noi. Credo che i risultati saranno tangibili e tali da darci qualche soddisfazione per continuare a lavorare. Dovremo cercare di coinvolgere anche altri retisti e con il tempo la città intera, perciò “All in one”».
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