TARQUINIA - E’ stata celebrata questa mattina la ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista.

In tanti hanno preso parte alla manifestazione partita da piazza Cavour e terminata a piazzale Europa con la deposizione di una corona ai piedi del monumento ai Caduti.

Presenti il vicesindaco Luigi Serafini, il presidente dell'Università agraria Alberto Riglietti e il consigliere provinciale Stefano Zacchini. Dall’amministrazione comunale è stato espresso un ringraziamento «ai cittadini che hanno partecipato, al parroco don Augusto, alla banda Giacomo Setaccioli, alla protezione civile, a tutte le forze dell'ordine e alle sezioni di Tarquinia dell'associazione nazionale artiglieri, dell'associazione nazionale polizia di stato, dell'associazione arma aeronautica e dell'associazione nazionale bersaglieri».

«Ben 79 anni fa l’Italia usciva dall’occupazione tedesca e di lì a poco sarebbe finita la seconda guerra mondiale - le parole di Serafini - Furono almeno 60 milioni i morti, fu la guerra dell’Olocausto, dello sterminio ebreo, delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la guerra delle Foibe, delle Fosse Ardeatine, la guerra degli italiani contro gli italiani. Speravamo che queste tragedie avessero scosso le coscienze di tutti gli uomini ed invece dopo 79 anni si sente ancora parlare di atomica, di antisemitismo, di fascismo e antifascismo, di razzismo… Si sperava che l’Europa non sarebbe stata più teatro di guerre e poi è arrivata l’Ucraina, dove ormai da 2 anni il blocco occidentale e il blocco orientale hanno deciso di trasferire sul campo quella guerra fredda che aveva garantito per decenni la pace. Centinaia e centinaia di morti, migliaia di sfollati. Numeri che diventano ancora più pesanti se si guarda alla Palestina, con il vile e atroce attacco terroristico di Hamas e la risposta sproporzionata di Israele, l’eccidio di oltre 30mila palestinesi e la devastazione di un intero territorio. Come se le grandi guerre, gli eccidi, le devastazioni non avessero insegnato nulla al genere umano. Commemorare il 25 Aprile serve a risvegliare le coscienze, a far capire che il genere umano non può permettersi una terza guerra mondiale».