ALLUMIERE - "Eccomi ancora a scrivere, con giusta causa ovviamente in merito all'abbattimento del salice, azione che definire scellerata é riduttivo". Antonio Marino di Allumiere torna a parlare "dell'albero ingiustamente tagliato nei giorni scorsi ad Allumiere su decisione scellerata dell'ufficio tecnico del Comune di Allumiere". "Mi sono personalmente recato sul posto per avere una migliore visione di insieme della zona e soprattutto di ciò che è rimasto del povero albero - prosegue Antonio Marino, Chartered Meteorologist e CMet Forum Ambientalista Civitavecchia - è rimasto un grande tronco mutilato, tagliato che più in basso non si poteva, praticamente radente il terreno, non si sa mai potesse riprendersi, assolutamente no doveva perire per sempre. Ho provveduto a scattare diverse foto di questo tronco piangente, piangente perché ci sono delle macchie più scure sulla superficie del tronco, che non rappresentano altro che la fuoriuscita d'acqua, che viene istintivo paragonare a delle lacrime. Altresì si può constatare che l'albero godeva sicuramente di ottima salute, come si evince dalla superficie del tronco mutilato ed ormai esposto alla vista, superficie che si mostra chiara, più che compatta e robusta nell'insieme.

Vi lascerà senza parole la foto che mette in evidenza le dimensioni del tronco del Salice, per farvele meglio apprezzare ho scattato una foto col mio piede posto sul tronco, indosso scarpe misura 45, non aggiungo altro, lascio a voi fare il confronto tra il piede ed il tronco. Era sicuramente un albero da potare, ma assolutamente non da abbattere, ribadisco che chi si è adoperato, direttamente o indirettamente, alla perpetrazione di questa azione, dovrà solo che rammaricarsi per aver tolto la vita ad simile meravigliosa creatura della natura. C'era inoltre un legame più che affettivo verso quel salice, che circa trent'anni fa fu messo a dimora da uno dei residenti della zona, che abitava proprio di fronte al giardino dove piantò l'albero. Purtroppo questa persona è volata via prematuramente, la sua famiglia si era legata ancora di più a quell'albero, che era uno dei ricordi viventi di chi non c'era più e che cresceva robusto e rigoglioso. Neanche tutto ciò, neanche gli aspetti squisitamente umani, sentimentali, hanno fatto oscillare nella loro ferma decisione coloro che hanno contribuito, in qualsiasi modo, all'abbattimento del salice. Forse il solo rammaricarsi per quanto compiuto è poco. Ci si dichiara ambientalisti, schierati in difesa della flora e della fauna, a tutela del bene del pianeta in genere, farlo è facile, non costa nulla. A dimostrare di esserlo attivamente, impegnandosi con azioni di contrasto sul campo, con i fatti, con battagliera concretezza, non resta più nessuno o quasi. Il salice è stato abbattuto nella più totale indifferenza degli abitanti della zona, che, però, non hanno esitato un attimo nel farsi avanti per accaparrarsi la legna ricavata dal taglio radicale dell'albero, legna che doveva essere interamente portata via per essere smaltita, insieme a tutti i derivati dall'abbattimento, dalla ditta operante, come da decreto legislativo 116 del 3 settembre 2020 stabilito. Un albero maestoso autentico esempio di una delle tante meraviglie della natura, che rappresentava l'anima di una persona passata a miglior vita, viene abbattuto e non si sa ancora per quale motivazione, come se non bastasse, viene fatto a pezzi, su suolo pubblico, senza che ci si possa preoccupare un attimo, solo un misero attimo, mostrando un minimo di interesse per l'albero e le persone allo stesso legate. Gira la voce che l'albero sia stato abbattuto perché dava fastidio, dava fastidio a qualcuno, non riesco a capacitarmi di questo, soprattutto perché non capisco come una simile ed inutile giustificazione, possa essere stata tramutata in valida motivazione per procedere all'abbattimento del salice. Osservando tronchi interi e fatti a pezzi si vede benissimo che l'albero era più che sano e robusto e non mostrava alcun segno di malattia di marcescenze interne o altro che lo potevano far ritenere cadente e pericoloso per la sicurezza delle persone o delle cose. A prescindere da tutto e tutti, questa storia mi sta veramente a cuore: spero di non essere il solo a perorare questa causa, mi auguro che qualcun'altro, soprattutto chi era presente giovedì 10 ottobre, quando il salice è stato ucciso, possa affiancarmi nella ricerca della verità e della giustizia, io intanto ci metto la faccia e la firma".