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«La commemorazione non è mai una semplice rivisitazione del ricordo, ma la ripresentazione di un valore: quello della testimonianza, che è fierezza e gratitudine verso chi ha offerto un alto esempio di vita». Così il vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza, questa mattina in occasione del 33esimo anniversario della strage di via D’Amelio, durante il momento di raccoglimento organizzato dal Comitato 19 Luglio Viterbo, che si è svolto davanti al murales dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nella via omonima. Un’iniziativa sentita, segnata dalla partecipazione di istituzioni civili, religiose e militari, e cittadini uniti nel ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per i valori fondanti della Repubblica: legalità, giustizia e libertà. Oltre al vescovo Piazza, alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Tribunale di Viterbo Francesco Oddi, il deputato Mauro Rotelli, la sindaca Chiara Frontini, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, i consiglieri regionali Daniele Sabatini e Giulio Zelli, numerosi sindaci della Tuscia e rappresentanti delle forze dell’ordine. «Ricordare Paolo Borsellino e la sua scorta – ha dichiarato Carlo Maria Scipio, presidente del Comitato – non è un atto formale, ma un impegno morale. È fondamentale continuare a educare le giovani generazioni alla cultura della legalità e del rispetto delle istituzioni».
La presenza corale delle autorità ha reso l’incontro un momento di profonda riflessione collettiva, sottolineando quanto la memoria non sia solo esercizio del passato, ma responsabilità del presente.