PHOTO
MARTA - E’ di qualche giorno fa la notizia della pesca avvenuta, nei primi giorni di agosto, da parte di due giovani pescatori amatoriali, presso il lungolago di Marta, di un pesce classificato come Siluro Silurus glanis.
Essendo una specie aliena invasiva, la notizia non è passata inosservata e gli esperti del comitato scientifico del Biodistretto Lago di Bolsena si sono attivati per recuperare immagini dell’esemplare pescato, al fine di essere certi dell’identificazione della specie. «Dall’analisi delle immagini effettuata da alcuni membri del comitato scientifico del Biodistretto, previa consultazione di esperti ittiologi, è emerso che la specie pescata non è da attribuire al Siluro (peraltro già segnalato nel lago a seguito di una cattura nel 2020), ma a un’altra specie aliena il pesce gatto africano Clarias gariepinus, già segnalata nel Lazio e utilizzata in alcuni laghetti di pesca sportiva. Il Siluro infatti possiede solo un accenno di pinna dorsale mentre l’esemplare pescato era dotato di una pinna dorsale molto lunga». Lo dichiara Gabriele Antoniella, presidente del Biodistretto Lago di Bolsena, che aggiunge: «La specie è anche conosciuta come “air-breathing catfish” per la sua capacità di respirare anche l’aria atmosferica, grazie a un particolare organo accessorio, fittamente irrorato, posto in prossimità delle branchie. Viene anche chiamato “walking catfish” perché è in grado di sopravvivere a improvvise siccità spostandosi sulla terraferma da una pozza all’altra, strisciando con movimenti ondulatori e utilizzando le spine delle pinne pettorali come appoggio. Le sue caratteristiche di estrema adattabilità a condizioni anche proibitive, la rendono una specie potenzialmente invasiva. Il suo impatto predatorio può estendersi a tutta la comunità delle specie animali e vegetali acquatiche, con effetti non prevedibili ma deleteri. La sua immissione nel lago è da considerare come un atto sconsiderato dal punto di vista ecologico oltre che illegale - sottolinea Antoniella -. Fortunatamente non sono al momento noti casi di acclimatazione e quindi di riproduzione della specie nelle nostre acque e l’esemplare presente è stato rimosso. La segnalazione è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico e ad Arpa Lazio. La presenza del Biodistretto Lago di Bolsena e delle Associazioni ambientali che a esso aderiscono, garantisce l’attivazione di una rete di esperti in grado di affrontare nel modo più opportuno le diverse problematiche che si verificano nel lago e nel suo comprensorio.
Il Biodistretto inoltre ha attivato un progetto di scienza partecipata (Citizen science) dove, con il supporto della piattaforma iNaturalist, tutte e tutti siamo chiamati a condividere le osservazioni sulla biodiversità dell’area del lago (https://www.inaturalist.org/projects/biodiversita-del-biodistretto-del-lago-di-bolsena), dalle specie più rare e iconiche, a quelle più comuni e alle aliene. La piattaforma con la sua app è a disposizione, insieme alla rete di specialisti e appassionati, per validare le osservazioni condivise, scambiare informazioni sulle peculiarità ambientali e coinvolgere ricercatori e autorità competenti».
«Si ringraziano per l’appassionato supporto: Imola Bellavita, Enrico Calvario, Gianluca Forti, Marco Lauteri, Giuseppe Scapigliati, e il pescatore Giuseppe», conclude Antoniella.
©RIPRODUZIONE RISERVATA