TARQUINIA – Claudio Cesaris è stato condannato a 25 anni e due mesi di reclusione per l’omicidio del professore di Tarquinia Dario Angeletti, docente dell’Università della Tuscia ucciso con due colpi di pistola alla testa il 7 dicembre 2021, mentre si trovava all’interno della sua macchina, una Volvo V 40, al parcheggio delle Saline di Tarquinia.

La Corte D’Assise di Roma ha emesso la sentenza oggi al termine di un processo lampo.

Il processo a carico del 70enne, reo confesso, si era infatti aperto lo scorso 17 novembre con la decisione di acquisire tutte le fonti di prova, senza l’ascolto dei testimoni.

Il pm della Procura di Civitavecchia Alessandro Gentile, come si ricorderà, aveva chiesto 23 anni. Cesaris, invece, nella scorsa udienza, ha reso dichiarazioni spontanee, chiedendo perdono alla famiglia di Angeletti dichiarando di non essersi riconosciuto in quel gesto: «E' passato più di un anno e non mi riconosco in quello che ho fatto - aveva detto Cesaris - ho avuto una vita integerrima. Tutto questo mi dà un immane dolore, ho privato una famiglia di un loro caro e non c'è una giustificazione. Voglio chiedere perdono per quello che ho fatto".

«Non giustifichiamo il fatto - avevano detto i legali di Cesaris, Alessandro De Federicis e Michele Passione, - difendiamo la persona, l’uomo e capiamo la rabbia delle parti civili per aver perso una persona cara, un nastro che purtroppo non si può riavvolgere. Cesaris era una persona che non aveva mai avuto problemi con la giustizia, può essere considerato carnefice ma anche vittima».

L'accusa nei confronti di Cesaris è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per aver agito "nei confronti di persona che frequentava la ex compagna, dopo aver assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi, essersi informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un'arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro". Caduta invece l’accusa di atti persecutori nei confronti della ex, la ricercatrice 40enne per la quale Cesaris avrebbe ucciso su effetto della gelosia nei confronti dell’amicizia che la donna aveva stretto con il professore dopo il suo trasferimento da Pavia all’Università della Tuscia.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

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