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Ad appena tre giorni distanza, un nuovo, gravissimo episodio ha colpito la sede del circolo di Fratelli d’Italia di Oriolo Romano: la bacheca è stata completamente distrutta, il manifesto raffigurante Giorgio Almirante nuovamente sfregiato e altri manifesti affissi sono stati imbrattati con scritte offensive e simboli ideologici. Un gesto che, a poche ore dal precedente attacco, dimostra l’escalation di intolleranza e odio politico che si sta verificando nel territorio. Fratelli d’Italia condanna con fermezza quanto accaduto e, per voce dei suoi rappresentanti locali e provinciali, ribadisce che simili intimidazioni non riusciranno a fermare l’impegno del partito né a scalfire la libertà di espressione. «Quanto avvenuto a Oriolo Romano - il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Massimo Giampieri - è un fatto gravissimo, che va condannato con forza e senza ambiguità. La sede di Fratelli d’Italia è stata oggetto di un atto vandalico vile, codardo e politicamente indegno, è l’ennesimo segnale di un clima d’odio alimentato da chi non accetta il confronto democratico e preferisce la violenza alla civiltà del dialogo. E non si tratta di un caso isolato – ricorda Giampieri -, ma di un’escalation preoccupante che ha colpito di recente altri nostri circoli: da Capranica, dove è stata danneggiata la bacheca, a Grotte di Castro, con manifesti strappati».
«Quanto accaduto nuovamente ai danni del circolo di Fratelli d’Italia a Oriolo Romano è un fatto grave e inaccettabile - dice il deputato Mauro Rotelli, presidente della commissione Ambiente della Camera - Colpire con atti vandalici una sede politica non è solo un gesto incivile, ma un attacco diretto ai principi fondamentali della democrazia, della partecipazione e del confronto libero tra idee. Fratelli d’Italia continuerà a lavorare con determinazione e nel solco della legalità, riaffermando ogni giorno, con la forza delle idee e il valore dell’impegno, il significato più autentico della vita democratica». Ferma condanna anche dal ministro della cultura, Giuli. «Si tratta di un gesto vile - dice - che rappresenta un’offesa non soltanto a una specifica forza politica, ma all’intero tessuto democratico e al principio del confronto civile».