CAPRAROLA - Il comitato provinciale Aics Viterbo, in collaborazione con Aics Ambiente Nazionale, in continuità con le iniziative intraprese da tempo, ha inviato il 15 marzo scorso un documento per esplicitare ulteriormente l’opposizione delle associazioni ambientaliste al progetto per la realizzazione di pozzi esplorativi profondi nel permesso di ricerca di concessione mineraria geotermica lago di Vico a Caprarola procedimento via 109/2022 della Regione Lazio.

«Il progetto - spiegano Raimondo Chiricozzi, presidente Aics Cpvt, e Andrea Nesi, presidente Aics Ambiente Nazionale - è stato presentato dalla società Geothermics srl (parte del gruppo Geysir Europe gmbh, a sua volta collegata con la Daldrup e il fondo Ikav quotate alla borsa di Francoforte). Il permesso di Ricerca (PR) “Lago di Vico” ricade nel territorio provinciale di Viterbo e ha un’estensione di circa 103,27 km2. Tanti i motivi che hanno indotto le associazioni a presentare la richiesta alla Regione Lazio e ad altre istituzioni perché venga impedita la trivellazione del territorio». Innazittutto - spiegano Chiricozzi e Nesi - «il titolo della concessione geotermica “Lago di Vico” è scaduto da alcuni anni, ci sembra che non sia stato rinnovato in quanto la società nel documento di richiesta di nuova perimetrazione non fa riferimento a nessuna proroga richiesta e approvata; motivo inoltre estremamente rilevante la vicinanza con zone Sic e Zps: Lago di Vico (cod.IT6010024), Zps Lago di Vico Monte Venere e Monte Fogliano (cod. IT6010057). Le zone in questione addirittura ricadono all’interno della concessione mineraria geotermica “Lago di Vico” del 2012». Inoltre «non sono stati valutati i rischi di terremoti indotti. La sismicità indotta infatti si scatena anche in fase di trivellazione profonda e non solo in vicinanza dei pozzi di re-iniezione del fluido geotermico; la concentrazione di radon nella zona di Ronciglione, Caprarola e del Lago di Vico è una delle più alte d’Italia. Perforare pozzi profondi in questa zona è una follia, perché si incrementa il rischio sanitario a carico delle asl regionali a cui sono esposte le popolazioni residenti. Non risulta prodotto lo studio demografico. Con il documento oppositivo si è inoltre evidenziato che le direttive comunitarie del trattato di Aarhus, recepite anche dall’Italia, affermano che la popolazione ha il diritto di esprimere la propria opinione e che la volontà popolare deve essere vincolante».

L’articolo 21 della legge 241 del 7 agosto del 1990 stabilisce che esiste «anche la possibilità - proseguono Chiricozzi e Nesi - di revoca dei progetti, ove sussistano gravi motivi attinenti al pregiudizio di particolare valore ambientale e anche su istanza di associazioni di cittadini. Con queste osservazioni le associazioni Aics comitato provinciale Viterbo e Aics Ambiente nazionale hanno chiesto di partecipare al processo democratico per chiarire i motivi del dissenso, secondo le norme citate della legge 241 e secondo il trattato di Aarhus. Per tutti questi punti esposti e articolati, come da documento allegato, si è richiesta il respingimento dell’istanza via 109/2022 presentata dalla società Geothermics srl e l’annullamento per certificata decadenza, tramite determinazione da parte della Regione Lazio».

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