Circa 300 ovini sono stati abbattuti in due allevamenti della Tuscia dove sono stati riscontrati casi di scrapie, un’encefalopatia spongiforme, la “mucca pazza delle pecore” per intendersi.
Una malattia che porta alla morte degli animali e, in ogni caso, costringe gli allevatori ad abbattere i capi infetti ma non ha conseguenze sull’uomo.
L’allarme è scattato dopo un controllo avvenuto ad agosto in uno stabilimento di Rieti, da parte dalla Asl locale nell’ambito del “Piano nazionale di sorveglianza Tse negli allevamenti ovi-caprini”.
Qui alcuni capi sono risultati positivi al test rapido scrapie.
Si tratta di ovini provenienti da due aziende della Tuscia, rispettivamente di Castel Sant’Elia e Civita Castellana.
Per questo motivo l’Asl di Viterbo, tramite il Servizio veterinario – Area sanità animale e igiene degli allevamenti, ha ordinato l’abbattimento di circa 300 animali.
In particolare 207 capi sono stati abbattuti nell’azienda di Civita Castellana e di 81 in quella di Castel Sant’Elia. La Asl viterbese, per compensare le perdite, ha liquidato alle due aziende, con delibera firmata dal commissario straordinario Egisto Bianconi, un’indennità da abbattimento per un importo pari a 26mila euro per l’azienda di Civita Castellana e poco più di 11mila euro per quella di Castel Sant’Elia.