CIVITAVECCHIA – La movida a Civitavecchia non cammina sul binario giusto. Ed è inutile nasconderlo. Succede da sempre, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, succede ogni anno: liti, risse, pestaggi, atti di vandalismo. Ignorare il problema, oppure minimizzarlo giustificandolo con frasi del tipo “succede anche altrove” è quanto di peggio ci possa essere. Capita allora che dall’aspetto meno grave che potrebbe essere quello dell’inquinamento acustico a quello più grave legato ad episodi di violenza, tutto fa brodo quando si tratta di mestare nel torbido. E allora chi odia la movida si scaglia ferocemente contro ogni tipo di divertimento invocando pace e tranquillità, fregandosene delle esigenze altrui.

Ma esiste anche il rovescio della medaglia. I locali devono sopravvivere, devono attirare i giovani per andare avanti e i giovani li attiri solo se c’è baldoria. A Civitavecchia come in qualsiasi altro posto. Va bene allora anche la baldoria, purché sia sana e non vada ad intaccare l’ordine pubblico. Motivo per il quale la Polizia ha sempre le antenne alzate.

Ma chi ha il compito di favorire la buona movida, coadiuvando le forze dell’ordine nel loro lavoro e garantendo anche i diritti di chi pretende solo tranquillità nelle notti d’estate? L’amministrazione comunale. E proprio il Comune è stato latitante per troppi anni, nonostante il fumo negli occhi gettato in ogni occasione. Videosorveglianza promessa da almeno tre lustri e mai fornita in maniera efficiente, autorizzazioni rilasciate a locali in aree del tutto inadeguate ad ospitare il divertimento per non dire pericolose, disinteresse verso le relazioni spesso prodotte dalle forze dell’ordine. Storie vecchie che si ripetono, dal Pirgo alla Marina, dal Ghetto a via Montegrappa: chi dovrebbe intervenire spesso non vede niente.

Non nota la calca pericolosa in punti stretti, non fa caso ai locali in esercizio in aree dove neppure è possibile scappare in caso di tumulti, incendi e quant’altro, non vede le zone cittadine con i tavolini dei locali posizionati sui marciapiedi di entrami i sensi di marcia, così da costringere pedoni, diversamente abili, mamme con passeggini a camminare in mezzo alla strada (in zone anche centrali dove l’illuminazione non è certo il massimo).

La domanda è sempre e solo una: chi ha autorizzato e continua ad autorizzare tutto questo? Ieri un importante incontro per cercare di regolamentare al meglio la movida, che ogni anno crea non pochi problemi a chi è chiamato a vigilare sulla sicurezza dei cittadini. Certo, le ordinanze comunali sono importanti, ma disporre la chiusura dei minimarket stranieri in periferia alle 22,30 serve a poco se poi i minorenni riescono ad acquistare shottini in pieno centro con pochi euro. L’ipocrisia e il doppiogiochismo non hanno mai rappresentato la soluzione a un problema.