PHOTO
MONTEFIASCONE – Margherita Eichberg, soprintendente per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, replica alle dichiarazioni del consigliere comunale di opposizione Massimo Ceccarelli riguardo al presunto stato di abbandono delle ricerche e del luogo del cosiddetto santuario etrusco di Piana del lago a Montefiascone. «Si tiene a precisare che l’attenzione della Soprintendenza sul complesso, ubicato sulla sponda meridionale del lago di Bolsena, non è mai venuta meno ed anzi, di recente, non solo sono stati organizzati eventi comunicativi dei risultati degli scavi, ma proprio un funzionario dell’ufficio, oggi in quiescenza, ha dato alle stampe una pubblicazione specifica. Individuato già nel 1987 in una zona pianeggiante dominata dalle alture di Cornos e di Fondaccio, la Soprintendenza sta formalizzandone proprio adesso l’interesse culturale con il procedimento di dichiarazione, premessa per la richiesta di nuovi fondi anche da parte di soggetti diversi dal ministero e dagli istituti di ricerca. Ciò è stato deciso con l’amministrazione comunale assieme ad altre iniziative da intraprendere, dalla funzionaria di zona, l’archeologa Barbara Barbaro, convocata lo scorso 9 maggio ad una riunione dal sindaco Giulia De Santis. In quell’occasione sono state pianificate una serie di azioni necessarie, da intraprendere da ambo le parti, per un piano di futura fruizione dell’area. Per ciò che concerne poi le ricerche in corso, si puntualizza che il sito del santuario etrusco-romano di Piana del Lago è stato oggetto di concessione triennale (2020-2022), da parte del ministero della Cultura, all’École Normale Supérieure de Paris, sotto la responsabilità del prof. Vincent Jolivet (CNRS), la direzione operativa di Edwige Lovergne e la direzione scientifica di Martin Jaillet. Lo stesso Jolivet, in accordo con la Soprintendenza, ha sospeso per un anno le ricerche sul campo per dedicarsi allo studio dei materiali, per poi riprendere solo dopo aver compreso alcune dinamiche stratigrafiche, fondamentali per riavviare le indagini con criterio scientifico.
Nell’area indagata, con un’estensione di circa 1300 mq, è stata infatti messa in luce una stratigrafia molto complessa, che documenta la lunghissima frequentazione del sito, svoltasi senza soluzione di continuità tra la fine del VI a.C. e la fine della prima età imperiale. Questa ricerca s’inserisce peraltro in un più ampio programma di studio volto alla conoscenza del santuario nel suo contesto geografico, inserito nel paesaggio peri-lacustre del lago di Bolsena in età ellenistica, che comprende l’analisi e lo studio del materiale proveniente dagli scavi 1987-2005, recentemente portato nei depositi archeologici della Soprintendenza a Montefiascone e in corso di studio da novembre 2021. Attraverso un’intesa con la direzione regionale musei Lazio e l’amministrazione locale, s’intende assicurare lo studio, la conservazione, la valorizzazione e la fruizione di tale materiale. Campagne di prospezioni geofisiche avverranno da parte di un’equipe diretta dal dott. Marco Marchetti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, al fine di meglio definire i limiti reali del complesso sacro. Manifestiamo il nostro compiacimento di fronte ad un così spiccato interesse per questo sito, e ci attiveremo, in attesa che gli scavi vengano ripresi, per programmare anche a Montefiascone iniziative di comunicazione degli studi, tanto del dato topografico e materiale, quanto dei reperti, che potremmo esporre in occasione di una loro presentazione al pubblico anche a studi in itinere.