LADISPOLI - Respinta la richiesta dell'avvocato Carmelo Pirrone di concedere i domiciliari (anche con braccialetto elettronico) a Emanuele Orefice, accusato di maltrattamenti in famiglia. Il 35enne ladispolano resterà dunque in carcere. Nel frattempo, però, il suo legale ha annunciato che presenterà ricorso, contro la decisione degli inquirenti, al tribunale delle libertà.

I FATTI.

Orefice è stato arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. L’uomo avrebbe picchiato con una cinta la sua compagna. A dare l’allarme sarebbe stata proprio la donna, con i militari che hanno arrestato il 35enne poco prima che questi si recasse a lavoro. La donna avrebbe raccontato che l’uomo avrebbe dato in escandescenze subito dopo aver visto alcune fotografie che ritraevano una delle loro figlie, intenta ad abbracciare e a baciare il proprio fidanzatino, custodite all’interno del suo cellulare. Relazione della quale, la donna lo aveva tenuto all’oscuro temendone proprio la reazione violenta. La donna avrebbe inoltre raccontato che la furia dell’uomo sarebbe stata tale da spingerla a meditare il suicidio, senza però trovare il coraggio di gettarsi nel vuoto proprio in ragione delle bambine. Solo pochi mesi fa Orefice era stato condannato a 3 anni per lesioni gravi aggravate da futili motivi, per i fatti accaduti un anno e mezzo fa in piazza Rossellini, con la vittima, un 30enne, che perse l’uso dell’occhio destro.

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