La Pasqua è più bella con il mercatino di economia carceraria. Ieri mattina l’aula 6 del palazzo di giustizia di Viterbo si è trasformata per un giorno in un mercatino di prodotti nati dal lavoro dei detenuti di vari penitenziari italiani.

L’iniziativa promossa dagli uffici giudiziari di Viterbo e dalla cooperativa agricola sociale O.r.to. è stata ideata per sottolineare il lavoro etico e sostenibile di cooperative e imprese che costantemente si adoperano per offrire ai detenuti una concreta possibilità di reinserimento attraverso il lavoro e la formazione.

Per l’iniziativa, i dibattimenti che di solito animano l’aula sono stati sostituiti da un banco con sopra esposti i numerosi e multicolori prodotti realizzati rigorosamente dai detenuti.

Sui banchi i visitatori hanno potuto ammirare (e acquistare)prodotti di tutti i generi: si andava dalle borse realizzate con maestria nella casa circondariale di Lecce, con tanto di marchio: Made in Carcere, ai prodotti biologici di quello di Viterbo, passando dai biscotti siciliani o dalla birra prodotta nel carcere di Roma, insomma c’è n’era per tutti i gusti, ma tutto rigorosamente nato dalle mani di persone che cercano di reinserirsi attraverso il lavoro.

«L’evento nasce da un’iniziativa di agricoltura sociale in carcere - ha sottolineato il promotore dell’iniziativa, Marco Di Fulvio - una cooperativa sociale di cui fanno parte persone che vengono al mondo della sottoccupazione ma anche detenuti ed ex detenuti. Si chiama O.r.t.o. un acronimo che sta per organizzazione recupero territorio e ortofrutticole, il cui fine è quello di andare a lavorare molto sul concetto di recupero non solo della biodiversità ma anche di quello di risorse umane latenti, come possono essere quelle dei detenuti, che purtroppo sono isolati e spesso hanno problemi di recupero o definizione della propria identità. Questa opera di recupero la facciamo anche attraverso corsi di formazione fin dal 2018. In questi anni abbiamo portato alla formazione più di trenta detenuti preparandoli alla pratica di un’ agricoltura che sia anche moderna e attenta ai contenuti di sostenibilità e di alimentazione sana. I nostri prodotti sono dei prodotti di Nicchia – ha concluso; Di Fulvio - che servono a veicolare all’esterno non solo l'immagine della possibilità di recupero ma, anche l’attenzione alla cura degli altri, di quelli che non possono essere raggiunti, e a questo scopo abbiamo ideato il progetto oltre l’orto che va a portare informazione e suggerimenti anche qualche provocazione sulla tradizione alimentare».