FIUMICINO - Nei giorni scorsi si è svolto un nuovo incontro tra Fairo (Federazione delle Associazioni Italiane del Ramo Operativo del trasporto aereo) e le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e UGL Trasporto Aereo per tentare di sbloccare il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Trasporto Aereo, fermo dal 2022.

Tuttavia, anche questa tornata di trattative non ha portato progressi significativi: la distanza tra le parti resta ampia, e l’associazione datoriale non ha modificato di una virgola la sua proposta presentata già lo scorso 24 marzo.

Al centro dello scontro c’è, innanzitutto, la validità del nuovo contratto. I sindacati chiedono che il rinnovo copra il triennio 2023-2025, mentre Fairo vorrebbe far partire la decorrenza dal 2025, arrivando così al 2027, e liquidare il periodo di vuoto contrattuale con una una tantum giudicata “non congrua”: 2.000 euro per i livelli dal terzo all’ottavo, 2.250 euro dal secondo B al primo livello e 2.500 euro per i quadri.

Altro nodo cruciale è quello salariale. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto un aumento del 20% da distribuire nei tre anni, ma l’offerta di Fairo si ferma a un 6% complessivo, una cifra considerata insufficiente e che, spalmata su cinque anni reali di vacanza contrattuale, corrisponderebbe a un aumento mensile di appena 141,57 euro al terzo livello. Una cifra che non tiene conto dell’inflazione cumulata: +5,7% nel 2023 e +1% nel 2024.

C’è invece un piccolo passo avanti sul fronte del contributo aziendale a Prevaer, che dovrebbe salire dal 2,5 al 3,5%. Ma sulle anzianità di servizio, dopo un’apertura iniziale, Fairo ha fatto marcia indietro, dichiarando il tema intoccabile. Stesso atteggiamento sulla polizza sanitaria integrativa: i sindacati chiedono un incremento dell’attuale contributo da 120 a 350 euro annui, ma l’associazione si è limitata a proporre un adeguamento a 159 euro, sufficiente solo per il passaggio dalla fascia “blu” alla fascia “rossa” del piano Fasi Open.

Altra rivendicazione sindacale è l’aumento di due giorni di ferie annui, ma anche in questo caso non c’è stata alcuna apertura. L’unico spiraglio riguarda l’aggiornamento della parte normativa del contratto, per recepire le modifiche legislative intervenute nel frattempo.

Nulla di fatto anche per le richieste di aumento delle indennità previste all’articolo 15 (punti 3, 4, 6 e 7) e per la clausola sociale, che verrà eventualmente rivista solo dopo un approfondimento collegato alla Parte Generale del Contratto. Per quanto riguarda le missioni, la proposta delle sigle è stata di portare il rimborso dal 2 al 6%, ma Fairo ha rilanciato solo con un 4%.

Completamente chiusa la porta su un altro punto ritenuto centrale: la rivisitazione delle declaratorie e degli inquadramenti professionali, per aggiornare il contratto alla luce delle nuove figure e mansioni. Fairo ha ribadito di considerare il testo attuale “consono” e non bisognoso di revisione.

Unico spiraglio rimasto aperto è lo smart working: Fairo si è detta disponibile a valutare una proposta scritta da parte sindacale, da discutere in uno dei prossimi incontri.

La posizione delle organizzazioni dei lavoratori è netta: la piattaforma presentata da Fairo è stata definita “assolutamente insufficiente e penalizzante”, non in linea con l’andamento del settore né con quanto garantito ai dipendenti delle compagnie aeree in altri Paesi europei, dove il recupero dell’inflazione per gli anni 2023 e 2024 è stato già erogato o promesso.

Una disparità che, denunciano i sindacati, crea un doppio standard tra lavoratori italiani e stranieri, a tutto svantaggio del personale di volo e di terra operante nel nostro Paese.

La vertenza resta quindi aperta, con un clima che si fa sempre più teso e il contratto che, a due anni dalla scadenza, appare ancora lontano da una possibile firma.