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VITORCHIANO - Il Tar Lazio, adito nel mese di settembre 2023 dal comitato “Viva il verde a Vitorchiano” e da alcuni cittadini del comune di Vitorchiano residenti nell’area prospicente quella di realizzazione di un “Polo per l’infanzia” finanziato con i fondi dell’Unione europea – Next generation Eu (Pnrr), con sentenza numero 6030/2024 pubblicata il 27 marzo, «anziché pronunciarsi sulla legittimità e la regolarità della nuova costruzione alla normativa di settore, si è limitato a ritenere inammissibile il ricorso, in quanto i ricorrenti non sono titolari di diritti reali sulle abitazioni localizzate nelle aree frontaliere al costituente Polo, ovvero insistenti nella “lottizzazione” che ospiterà la citata scuola per l’infanzia e, comunque, non hanno dimostrato il reale danno che ne deriverebbe dalla costruzione del Polo». Lo dice Maria Grazia Storcè, presidente del comitato “Viva il verde a Vitorchiano”. «Fermo restando la discrezionalità della magistratura, appare poco plausibile ritenere inammissibile per assenza di interessi legittimi o diritti reali un ricorso amministrativo avanzato da cittadini frontalieri (alcuni proprietari di abitazioni distanti meno di cinque metri) a una nuova opera pubblica. Inoltre il danno che deriverebbe dalla costruzione del Polo in esame è stato ben definito sia in occasione dell’approvazione delle delibere della giunta e del consiglio comunale del comune di Vitorchiano, a mezzo di numerose osservazioni ai sensi della normativa vigente, istituto di esercizio della democrazia di antichissima origine, ora con memoria di ricorso al Tar Lazio».
Nello specifico, spiega Storcè, «le illegittimità contestate sono i seguenti: mancato rispetto degli spazi pubblici o riservati alle attività collettive ai sensi dell’art. 4 D.M. 1444/68 ovvero i mq per abitanti potenziali della lottizzazione che nell’area in questione con la costruzione del Polo, tra gli altri spazi, non sarebbe rispettato lo spazio riservato al verde pubblico. Secondo la decisione del Tar Lazio non si capisce chi sarebbe titolato a pretendere il rispetto di detti requisiti tenuto conto che i residenti della lottizzazione non risultano in possesso si idoneo titolo, tra l’altro questo titolo sarebbe dovuto essere rilasciato dallo stesso comune resistente (certificato di residenza). L’area individuata per la realizzazione del Polo - prosegue Storcè - non rispetta le distanze minime di sicurezza previste dal codice della strada (art. 26 del DPR 495/1992). Inizialmente, nel corso dello studio di fattibilità, dette distanze erano completamente assenti in quanto l’area confinava con una strada extraurbana secondaria, successivamente, dopo le osservazioni dei cittadini, il comune con delibera di giunta ha riqualificato l’area da extraurbana a urbana, abbassando i vincoli di sicurezza comunque assenti. Nell’area del Polo poi si trova una lunga tratta dell’attuale rete fognaria, posta lì proprio perché area inedificabile. Il Polo per l’infanzia (la parte del nido in particolare secondo il progetto) sorgerà a circa 300 metri da una cava in attività ( ex Santafiora Srl) e fino all’odierno progetto il Comune non ha concesso autorizzazioni edilizie entro i 500 metri dalla citata cava come prevede la normativa; ora per la realizzazione di un progetto di edilizia scolastica vincolato anche con le più restringenti norme del DM del 18 dicembre 1975, viene concessa regolare autorizzazione anche dalla Amministrazione provinciale di Viterbo, da Asl e dalla regione Lazio in seno alla convocata Conferenza dei Servizi asincrona. Come si può notare - aggiunge - sono molteplici i profili di censurabilità della sentenza di che trattasi per cui i cittadini residenti in loco e rappresentati anche dal comitato “Viva il verde a Vitorchiano”, non privo di rappresentatività come ritenuto dal Tar Lazio, ma nato anche per dare un’unica voce ai cittadini lesi dalla costruzione del Polo, annunciano ricorso al Consiglio di stato che, si spera, giudicherà nel merito le azioni di responsabilità dell’ente resistente», conclude.
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