TARQUINIA - La città di Tarquinia, grazie alla richiesta di Mario Pusceddu dell’Agriturismo Valle del Marta, si è vista riconoscere dal Masaf, il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, altre tre nuove Pat. L’acquacotta, le Fettuccine all’etrusca e il Mirandò sono stati infatti inseriti nella categoria “Prodotti della gastronomia”. «Fino ad oggi - spiega la blogger Vittoria Tassoni - Tarquinia non aveva mai ricevuto questo riconoscimento per dei suoi piatti tipici ma sempre per dei prodotti della terra da cui chef e semplici appassionati della cucina ricavavano poi meravigliose ricette: il carciofo e il Ferlengo o Finferlo di Tarquinia sono due eccellenze di cui il nostro territorio va fiero. Queste nuove Pat cittadine entrano a far parte dell’elenco dei 31 prodotti agroalimentari tradizionali della Tuscia che contribuiscono a fare del Lazio la seconda regione italiana per numero di Pat: secondo l’elenco aggiornato del ministero, fino ad oggi, sono ben 472 i prodotti della nostra regione che sono stati insigniti di tale certificazione, un numero che anche quest’anno risulta in crescita, grazie a queste 9 new entry.

«Il marchio Pat - spiega Vittoria Tassoni - è una certificazione che tutela una tipologia particolare di prodotti, quelli “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni” e vengono regolati dal Decreto Ministeriale n. 130 del 18 luglio 2000. Come recita questa dicitura ministeriale, rientrano nei Pat quei prodotti agroalimentari che possiedono una relazione, radicata nel tempo e molto stretta, con il proprio territorio d’appartenenza diventandone, per questa loro unicità, un’espressione. Inoltre, rispetto alle Dop, i Pat non hanno una filiera limitata geograficamente e se ne differenziano perché presentano, come caratteristica distintiva, la loro lavorazione tradizionale. Ogni prodotto Pat inoltre deve possedere una sua scheda identificativa, redatta a livello regionale, che, pur non avendo un carattere normativo per i produttori, ne deve garantire la qualità e l’origine».

«Oltre all’Acquacotta, le Fettuccine e il Mirandò, nella stessa categoria dei prodotti di gastronomia, hanno ricevuto questo riconoscimento - aggiunge la blogger - anche le Sagre e fagioli di Arnara della Ciociaria e i Pizzicotti alla lisciatura e gli Stringozzi aspresi, entrambi della provincia di Rieti. Le altre nuove Pat invece rientrano nella categoria paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria: la pizza rentorta fiamignanese del Reatino, il Tortiglione di Jenne ed il Serpentone di Capena. Con queste ultime certificazioni, i prodotti agroalimentari tradizionali del Lazio sono ben rappresentati in ogni categoria, la parte del leone la fanno i 195 che si dividono tra paste, dolci e prodotti da forno, a cui seguono i 108 prodotti vegetali, le 49 tipologie di carne e le 48 varietà di formaggi; ultimi per numero ma non per qualità, i 4 condimenti inseriti che chiudono l’elenco di quest’anno».