Giovedì la “rinascita” di Fontanasfera al Murialdo è stata anche occasione per fare un piccolo punto sulla situazione a Viterbo, città nota per le fontane presenti in ogni piazza. Come esponente della giunta Frontini, l’assessore Emanuele Aronne riassume lo stato dell’arte tenendo a sottolineare «che sta seguendo tutto l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Floris». Si sta completando l’intervento sulla fontana di San Giovanni in Zoccoli in piazza Dante - iniziato a fine gennaio, l’ultimo fu eseguito nel 1989 - costo dell’opera circa 20mila euro, ed è stato finanziato quello relativo a Fontana Grande nell’omonima piazza. Intervento di restauro più complesso e delicato, per il quale sono stati stanziati 120mila euro, che prevede lavori in profondità per risolvere problemi strutturali - la fontana è chiusa da oltre un anno per una consistente perdita d’acqua -, tra cui anche lo smontaggio della scalinata.

«Ma obiettivo dell’amministrazione è di sistemarle tutte, una dopo l’altra, una per volta perché, se li dovessimo sostenere con fondi di bilancio, i costi per un intervento globale e contemporaneo su tutte sarebbero troppo onerosi».

Sottolineando poi «di avere già un progetto che riguarda tutte le fontane monumentali» dichiara che il Comune ha già partecipato a dei bandi e auspica l’uscita di qualche altra misura «che ci possa permettere di intervenire su tutte in un colpo solo».

Interventi che prevedono anche di dotare le fontane del sistema di ricircolo dell’acqua. Imprescindibile ormai, secondo l’assessore alla Qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne. «Non può esistere oggi una fontana senza ricircolo - afferma categorico - Perché avere una fontana senza ricircolo significa sprecare acqua, quindi i sistemi di ricircolo vanno pensati e messi in opera».

Poi porta il discorso sul flusso idrico che è tornato a zampillare a Fontanasfera. «L’acqua che si vede nella vasca arriva da un ricarico che poi si spegne». Ma non si spegneranno i riflettori sull’opera del maestro Capotondi perché, spiega Aronne, «questa fontana piano piano ci dirà dove perde. Se uno ha l’occhio clinico, come me e come il titolare della ditta che ha eseguito i lavori, qualcosina l’abbiamo già intravista. Ma adesso lasciamo che la fontana ci “parli”. Ora deve spurgare, si deve bagnare deve recuperare l’essere fontana per indicarci le criticità». Quindi, oltre all’arredo urbano - nell’area saranno posizionate delle panchine - e a migliorare l’illuminazione, dopo la sorta di collaudo eseguito giovedì «tra qualche mese spegniamo Fontanasfera per rifare tutto il fondo della vasca con un materiale impermeabilizzante, poi l’accendiamo di nuovo». Un ritorno sul posto per individuare le criticità della struttura e intervenire per sanarle. «Farlo prima - conclude Emanuele Aronne - non aveva senso, rischiavamo di fare il lavoro e poi ritrovarci a dover nuovamente intervenire per le possibili perdite».