Annamaria Lupi

Acquistare crediti fiscali derivati da bonus edilizi e Superbonus 110%.E’ ciò che si propone il Comune di Viterbo con l’atto di indirizzo approvato in giunta martedì. O meglio si proponeva. Perché giovedì è arrivato lo “sgambetto” del Governo che, con decretazione urgente, ha imposto il blocco dell’acquisto dei crediti da parte dei Comuni. Ma la sindaca Chiara Frontini non ci sta, pronta a dare battaglia.

In conferenza stampa, insieme agli assessori Emanuele Aronne (Urbanistica) e Katia Scardozzi (Ex Comuni) e ai consiglieri comunali Marco Ciorba, Marco Nunzi e Marco Bruzziches, la prima cittadina interviene davanti a una folta rappresentanza di ditte e lavoratori del settore edile.

«Viterbo è il primo Comune d’Italia a muoversi in tal senso» rimarca la Frontini aggiungendo che non intende commentare il decreto del governo ma «non può essere questa la soluzione. Non è giustificato dire che gli acquisti da parte dei Comuni creino altro debito pubblico». Ci vogliono 60 giorni perché il decreto d’urgenza sia convertito in legge e la sindaca entro questo lasso di tempo vuole intraprendere iniziative serie facendo “lobby” con altri enti.«Oggi stesso (ieri ndr.) il Comune mette in campo proposte per emendamenti da recepire in sede di legislazione. Il nostro obiettivo - incalza - è investire della questione l’Anci, le associazioni di categoria come l’Ance, i sindacati, le organizzazioni sindacali per bloccare la conversione del decreto in legge o quanto meno che venga inserito un emendamento che possa permettere ai Comuni virtuosi di intervenire in maniera sussidiaria per l’acquisto di crediti dalle banche».«Il tema è delicato» aggiunge l'assessore Aronne che ripercorre le tappe della legge in materia di bonus edilizi nata «sia per ridare slancio al comparto edile in crisi dopo la pandemia sia per creare un percorso virtuoso per l'economia».

Individuando il peccato originale nell’inserimento di altri bonus, tra cui quello facciate, Aronne rimarca: «Le banche hanno raggiunto il limite della capienza per i crediti, il sistema si è bloccato e i crediti sono rimasti in pancia alle ditte. Per le quali è fondamentale la liquidità».E stigmatizza: «Professionisti, aziende e cittadini si sono fidati dello Stato che oggi si tira indietro, cambiando le carte in tavola».Ora l’obiettivo è «arrivare entro 60 giorni a un tavolo con il governo, anche con l’Ance, mettendo in piedi una rete di Comuni insieme all'Anci».

A fare il punto su come il Superbonus abbia inciso sulla provincia di Viterbo e sul territorio laziale è Marco Ciorba. «Dobbiamo essere consapevoli - ammonisce - che, non avendo industrie, il settore edile e metalmeccanico è trainante per la nostra economia».

Poi dati Enea alla mano, fornisce i numeri: «30mila cantieri con migliaia di dipendenti più la filiera, un investimento di oltre 5 milioni di euro». Quindi la nota negativa. «La schizofrenia normativa che ha portato alla crisi di capienza banche e poste, si è creato un imbuto con blocco totale dei crediti d’imposta». A cui si è aggiunto l’aumento dei costi di energia e materiali che sta mettendo in difficoltà ditte e famiglie. I cittadini rischiano, qualora i lavori non vengano ultimati nei tempi previsti, di dover pagare di tasca propria. Il fallimento è invece lo spettro per le imprese di Viterbo «con 2000 posti di lavoro a rischio. Una bomba sociale». Oltre alle iniziative intraprese dal Comune, altre azioni saranno messe in campo in concertazione con le ditte e le associazioni di categoria. Tra cui una mobilitazione spontanea: l’11 marzo famiglie e imprese manifesteranno in piazza del Comune.