Ci troviamo solo nel mezzo (in realtà non è esattamente così, ma proprio n’anticchia in più) del cammin di questo febbraio ventiventiquattro e, immaginando che possa essere solo l’aperitivo che precede un’abbuffata stellare, non si può fare a meno di leccarsi e rileccarsi continuamente i baffi. Due sono stati i momenti da incorniciare, caratterizzati da altrettanti notizie così piene (anzi stracolme) di significato da polarizzare l’attenzione generale. La prima ha visto battagliare pentastellati e salviniani su quello che dovrebbe essere e rappresentare (per il nuovo volto della città di Civitavecchia) l’area ex Italcementi. In particolare i grillini hanno imbracciato il bazooka ed esploso un colpo devastante contro il progetto di riqualificazione di detta zona essenzialmente per quanto concerne la cosiddetta “piazza commerciale” di ben quarantamila, e sottolineasi quarantamila, metri quadrati “riservati – ringhiano gli esponenti del Movimento – a negozi, attività artigianali, di servizio, ricreative e di svago, di ristorazione e ricettive” (Bignotizie.it). “In pratica – insistono – il parco annunciato, quando si disse che Italcementi sarebbe diventato il polmone verde della città, in realtà vedrà qualche giardinetto per collegare i vari negozi di Civitavecchia 2, che a sua volta si sostituirà in tutto per tutto al tessuto economico cittadino, mercato compreso (ibidem). Di lì è divampata una dura polemica tra i grillini e l’establishment di Palazzo del Pincio, con i primi che non hanno certamente indietreggiato dopo il tentativo di Tedesco di riportare la questione su toni più distesi (“si tratta solo di un documento provvisorio”, questo il sussurro del Primo Cittadino, al quale però bisognerebbe ricordare che nel nostro Bel Paese non c’è niente di più definitivo di un atto temporaneo) e continuato a bombardare senza tanti complimenti. E così i consiglieri D’Anto’, Lucernoni e Lecis - tuonando che il sindaco non può far finta di non sapere che quanto sviluppato dalle Università Roma Tre-Dipartimento Architettura e La Sapienza abbia ricevuto la benedizione della Giunta per cui è inutile cercare di raccontare balle o addolcire una pillola invece amarissima – velenosamente ricordano che: “Dopo essersi vantati di avere sventato il tentativo di costruire il famoso outlet a Fiumaretta, ai nostri bravi governanti va benissimo che in pieno centro sorga una sconfinata area commerciale”. L’attacco, e non poteva essere altrimenti conoscendo lo spirito battagliero che li ha sempre caratterizzati, non poteva scivolare sulla pelle dei leghisti, che a loro volta hanno piazzato una replica al vetriolo. “Errare è umano, perseverare è ormai la regola per il M5S “, ecco l’attacco frontale. E poi: “Non si comprende come mai i pentastellati, dopo la topica di aver definito <progetto> il master plan delle Università di Roma, insistano così poco onorevolmente su un tema ormai chiarito. Il documento difatti recita testualmente che in questa fase vengono individuate ipotesi di distribuzione delle superfici e delle funzioni. Comprendiamo la difficoltà di leggere 92 pagine di master plan, ma quando si dice di voler dare un servizio comunità bisogna farlo seriamente. Diventa imbarazzante quando non si riesce neanche più a trovare uno spunto critico per fare opposizione degnamente” (Bignotizie.it). Sì, botta e risposta aspro e meno male canterebbe Mengoni: se non saltassero fuori scontri del genere alla noia che somministra quotidianamente la politica fatta prevalentemente di quintalate di bla bla bla, si aggiungerebbe ulteriore noia col risultato di un’astensione dal voto sempre più alta. Comunque su quel che accadrà dalle parti dell’area ex Italcementi lo saprà oppure lo vedrà soltanto chi vivrà. Tuttavia è perfettamente inutile rendere oggetto di discussione e di accapigliamento questioni di lana caprina quali “documento” o “master plan”: il punto è che agli eminenti professori di Roma Tre e La Sapienza non è pensabile che sia saltato in mente, tanto per togliersi uno sfizio, di piazzare nero su bianco 40.000 quadrati da dedicare al commerciale. Sicuramente si sono preoccupati (diligentemente) di non allontanarsi per nessunissima ragione dall’indirizzo indicato dagli attuali “proprietari” del Pincio e di questo non si può dubitare. Quindi ? Elementare, evidentemente a qualcuno che conta gusta parecchio un mastodontico e sfavillante centro commerciale ! E ora la seconda notizia. E’ davvero irresistibile ? Manco poco. Riguarda la politica e più precisamente le grandi manovre che sconquassano la quotidianità in vista della kermesse amministrativa di giugno.

E mentre affilano le armi i candidati sindaci scelti da Pd, M5S, liste civiche (Piendibene, D’Antò, Poletti, Petrelli, Galletta), all’appello manca il centrodestra ovvero la coalizione governativa uscente. E questo perché, stando al festival dei retroscena che ogni giorno riempiono le pagine dei quotidiani locali (cartacei e telematici), parrebbe che ci sia baruffa nell’aria. A contendersi la nomination sarebbero, infatti, l’uscente Tedesco in quota Lega (epperò si fa insistente la voce che non abbia chances) e Grasso e De Sio, l’uno fedelissimo meloniano, l’altro senza tessera di partito (per sua stessa ammissione), ma folgorato sulla via di Giorgia dopo un passato tutto colorato d’azzurro), che di fatto si stanno rivelando Fratelli “coltelli” d’Italia trovandosi (al riguardo, decibel alle stelle con sussurri e grida sempre più assordanti da parte dei bene informati ) a dover battagliare per il prestigioso posto al sole che brilla nel bel mezzo di piazzale Pietro Guglielmotti. Anche se, spiffero dell’ultimissima ora, le gole profonde “pinciote” gorgheggiano (ullallà) che ad aspirare alla fascia tricolore sarà di sicuro Grasso e a De Sio, pertanto, non resterà, se lo vorrà, che presentarsi da civico. Pertanto: il meglio deve ancora arrivare ! Però c’è un però. Ovvero: ad intaccare profondamente la compattezza dello squadrone che ha trionfato cinque anni or sono, ci ha pensato un pezzo da novanta dei berluscones, il senatore Claudio Fazzone, che,senza tanti giri di parole, ma al contrario con chiarezza abbacinante, ha dichiarato (testuale): “Il candidato di Forza Italia per Civitavecchia è il generale Poletti” (Bignotizie.it). Immediata la reazione del segretario salviniano nel Lazio, Davide Bordoni: “Le dichiarazioni di Fazzone sono una provocazione che rispediamo al mittente: è Tedesco il nostro candidato” (Trc), epperò ancora (e più che mai !) Fazzone è tornato alla carica con risolutezza: “Nessuna provocazione, Forza Italia rimane su Poletti” (ibidem). Allora ? Vien da dire che quella centrodestrorsa ha la potenzialità di rivelarsi una provvidenziale gazzarra. Nel senso che potrebbe sortire il benefico effetto di scuotere dal torpore i sempre più numerosi cittadini sovraccarichi di avversione per schede e seggi elettorali. Buon tutto a tutti.

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