CIVITAVECCHIA – “Emergenza educativa: i giovani che dicono?”. Dicono molto, stando a quanto emerso ieri nel corso del convegno promosso dalla Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia con gli studenti delle scuole del territorio che hanno risposto al “sondaggio” lanciato nei mesi scorsi con gli strumenti social, chiedendo “Aiutaci a conoscerti: cosa desideri dire agli adulti?». I ragazzi hanno risposto con i loro linguaggio: 150 opere, individuali e collettive, tra canzoni rap, video, brani musicali, poesie e disegni. E ieri in un’aula Pucci attenta e desiderosa di comunicare, si è partiti proprio da qui per capire e conoscere quello che c’è dietro ogni ragazzo, che mondo spesso si nasconde, quali sono le criticità, i desideri, i sogni e le problematiche che si riscontrano quotidianamente. A “leggere” le diverse forme artistiche è stato padre Paolo Benanti, teologo francescano del Terzo Ordine Regolare, docente di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, esperto di etica, bioetica ed etica delle tecnologie; un attento conoscitore del linguaggio giovanile e del mondo dei social. “Dall’autoracconto dei giovani – ha spiegato – sono emersi tre grandi temi: un profondo conflitto generazionale, con i ragazzi che si sentono spesso soli di fronte alla tecnologia che tanto fa per mettere insieme ma che allo stesso tempo isola. E infine la difficoltà di un rapporto empatico che emerge dall’abitare le piattaforme digitali”. Il rapporto con la famiglia è al centro dei lavori dei ragazzi. “I vari attori dell’educazione – ha spiegato il vescovo Gianrico Ruzza – non riescono più a parlare tra di loro: si è rotta l’alleanza educativa necessaria in quest’epoca di individualismo e solitudine. Quello che è emerso oggi è il bisogno, dei ragazzi, di essere ascoltati e aiutati. Le potenzialità sono forti. Il nostro compito, il compito di tutti, è quello di dare risposte adeguate”. Interessante il dibattito scaturito ieri alla Pucci, con protagonisti gli stessi ragazzi, i dirigenti scolastici Nicola Guzzone dell’IIS Marconi e Laura Piroli dell’IISS Cardarelli di Tarquinia, e gli insegnanti, con testimonianze di esperienze educative anche fuori dal mondo della scuola, interventi e possibili soluzioni. Un importante punto di partenza per avviare un dialogo positivo con i giovani.