CIVITAVECCHIA – La zuppa di pesce di Civitavecchia conquista i palati della giuria del BrodettoFest in corso a Fano. È vero, la finale non è stata raggiunta - ed i dubbi sarebbero diversi sul perché non si è arrivati al traguardo - ma quella di questi giorni è stata una prima importante vetrina d’eccezione per Civitavecchia. L’obiettivo della Confraternita dell’antica zuppa di pesce civitavecchiese (che vede tra i fondatori, tra gli altri, Enrico Ciancarini e Massimo Siliani), insieme a Pro Loco, lo Slow Food e la Società Storica, e con il sostegno dell’amministrazione comunale, è stato comunque raggiunto: quello di promuovere in un contesto nazionale come il “Brodetto fest” un’eccellenza gastronomica del territorio. Venerdì scorso la semifinale tra la zuppa di pesce civitavecchiese preparata dallo chef Valterio Mastrogiovanni ed il Ciuppin della Liguria.

«La nostra zuppa - ha ricordato Siliani in un lungo post sui social - ha vinto ai punti contro le precedenti zuppe: quella veneta “Broetto de pesse” ed il “Brodetto marchigiano”. I giudici hanno esaltato la sapiente cura del nostro chef nei colori, la qualità e la sapidità del nostro pescato, la capacità di saper cuocere diverse qualità di pesce secondo il proprio tempo di cottura e giungere tutte insieme alla stessa consistenza in fase di presentazione, il gusto del nostro mare è risultato vincente su tutti i fronti. L’altra motivazione di elogio è stata fatta sulla scelta di aver messo il nostro pane di Allumiere, fritto prima e agliato dopo, un vero scroscio di applausi. Infine la scelta dei vini: la confraternita ha proposto un rosso giovane del territorio e la sommelier Cristina Ciaffi ha portato un “vino rosso di Cerveteri” della Cantina Tre Cancelli, riscuotendo un plauso da tutta la giuria, composta da 60 palati del pubblico pagante e 4 giudici esperti». Poi la sfida con la Liguria.

«Il pubblico pur preferendo il sapore forte della nostra zuppa, del vino e del pane - spiega ancora Siliani - riconosceva al nostro avversario una minor sapidità nel gusto ma una miglior forma di consumazione al piatto. Il nostro Confratello Enrico Ciancarini ha ribattuto all’esperto giudice che i nostri ristoratori forniscono bavaglini personalizzati ai clienti poiché da noi la zuppa si mangia con le mani, ma ciò non è bastato».

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