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TOLFA - Cristiana Cerroni con il suo libro "La bambina di neve" continua a emozionare e ogni volta per lei è un successo. La scrittrice tolfetana sta continuando a girare per presentare il suo libro e dovunque riceve consensi. Lo scorso venerdí 10 novembre l'associazione Albini d'Italia l'ha voluta come ospite alla diretta sulla piattaforma Google Meet a cui hanno partecipato moltissime persone. "Cristiana Cerroni ha presentato il suo libro autobiografico in cui racconta la convivenza con l’albinismo e come - spiegano dall'associazione Albini d'Italia - nel corso della sua vita ha lottato contro le difficoltà ed i problemi causati dall’ipovisione, testimoniando, con la sua esperienza, che volere è potere e che non esistono ostacoli insuperabili, ma sfide da raccogliere e da affrontare quotidianamente". "Albini d'Italia è un gruppo Facebook e WhatsApp che è costituito da albini adulti e da genitori di albini minorenni. "Noi ci supportiamo che ci sosteniamo - spiega la Cerroni che fa parte del gruppo - nelle problematiche legate all'albinismo e all'ipovisione. Ci scambiamo informazioni di tutti i tipi, in particolare quelli di carattere medico, psicologico e pratico per vivere il quotidiano. Spesso i genitori dei bimbi albini ci chiedono aiuto e ci pongono domande". L'incontro si è svolto tramite piattaforma Google Meet: questa presentazione del libro della Cerroni è stata voluta dallo staff di Albini d'Italia. Ad aprire l'incontro è stata proprio Cristiana che ha parlato del suo libro. "Sono stata spinta a scrivere questo libro dal mio analista che mi ha suggerito di scriverlo - ha sottolineato la Cerroni - all'inizio non mi sentivo capace, ma lui mi ha dato la carica giusta. Ho iniziato a scrivere e tutto è venuto di getto: segno evidente che ce l'avevo dentro; ho iniziato a scriverlo a settembre del 2022 e l'ho concluso a marzo del 2023. Nel libro narro la mia vita fino ad oggi. Ne "La bambina di neve" parlo di albinismo, di accettazione, di bullismo, di disabilità visiva e delle difficoltà che ho vissuto da bambina, soprattutto durante la scuola visto che allora non c'erano assistenti tiflologici e nemmeno le insegnanti di sostegno. Fortunatamente nel mio cammino ho incontrato Rossella Pierini che ha avuto l'importantissimo ruolo di essere i miei occhi: abbiamo frequentato insieme le elementari, le medie e le superiori e lei ha sempre letto per me. Ho avuto l'aiuto dei miei genitori, anche se con loro c'è stato qualche contrasto, poiché da parte loro c'è stata difficoltà di accettazione. Questo però è normale perché 54 anni fa non era conosciuto l'ipovisione e ancora meno l'albinismo. Per mia madre non è stato facile prendersi cura di una bimba albina ipovedente e ha avuto tutto il peso sulle sue spalle, perchè mio padre, essendo un medico, lavorava molto e lei si è trovata a vivere una situazione abbastanza complessa. Sono stata molto bullizzata nel periodo soprattutto delle elementari e dell'adolescenza e nel libro ne parlo, ma racconto anche come sono riuscita ad imparare ad accettare di essere albina e ipovedente grazie alla psicoterapia che mi ha aiutato ad accettare la disabilità e ad ottenere l'autonomia mentale e di movimento. Io dipendevo sempre dagli altri perchè ho un'ipovisione molto grave: grazie al mio analista ho imparato ad utilizzare il mio residuo visivo e a muovermi autonomamente". Al termine dell'intervento a Cristiana sono state poste molte domande e le ha risposto anche ogni interrogativo. C'è chi ha chiesto se il libro verrà tradotto e portato all'estero ma la scrittrice tolfetana ga fatto da pompiere spegnendo i facili ardori e ha spiegato che il suo "è un libro di nicchia e non c'è possibilità che venga tradotto e venduto all'estero: sarebbe un sogno metaviglioso, ma non accadrà". Hanno chiesto a Cristiana se ha intenzione di scrivere altri libri e lei candidamente ha risposto che le piacerebbe molto ma che ora è impegnata a pubblicizzare il libro e non ha tempo per scrivere.a chi gliel'ha chiesto la Cerroni ha risposto che consiglia molto la psicoterapia "anche se farla o no deve essere una scelta personale". Molti le hanno chiesto come mai ha scelto di fare l'insegnante di sostegno: "Ho svolto questo lavoro per 25 anni: mi sono laureata in lettere e poi mi sono specializzata nel sostegno - ha risposto la Cerroni - ho scelto poi di lavorare con i bambini piccoli. Mi sono sentita di volere e di potere aiutare i bimbi con problematiche di disabilità come me. È stata un'esperienza stupenda, ricca di calore, empatia e amore, peccato che sia finita. Comunque il prendo il buono che c'è stato in passato". L'incontro si è concluso con il ringraziamento da parte della Cerrone al gruppo Albini d'Italia e a quanti hanno partecipato. Nelle prossime settimane continuerà il giro di presentazioni per far conoscere il suo libro nel territorio.
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