Don Ivan Leto*

Il capitolo 10 del suo Vangelo, Matteo ci presenta l'identità dell'apostolo, che è la stessa di Gesù. Per questo più volte il ritornello ammonisce che se non si è come lui, non si è degni di lui. E come il Padre ha mandato Gesù a testimoniare il suo amore verso i fratelli, così lui manda i suoi fino a che tutti abbiano accolto l'amore del Padre.

Certo, tutto questo non è facile: richiede tutto e senza misure. La salvezza è più grande di qualunque affetto e la pace dei figli di Dio non è oziosa tranquillità: sfida il male, lo vince e fa esplodere le contraddizioni in cui ci siamo immersi. La Parola di Dio è come una lama a due tagli: non per ferire e far male, ma per separare la luce dalle tenebre, la verità dalla menzogna. Si può non amare Gesù, non ricambiarlo, ma non può essere amato meno di un altro.

Lui è il Signore, da amare con tutto il cuore. Come Gesù, l'apostolo è inviato in gratuità e povertà, agnello in mezzo ai lupi, ma soprattutto libero di prendere e portare la croce, di offrire la propria vita per trovarla piena. Un apostolo così, accolto, nasconde il volto del maestro.

Nell'apostolo è Gesù stesso che viene accolto. E l'apostolo compie le stesse opere del Figlio: la salvezza, perché è capace di un amore più grande di qualunque altro affetto. Le parole di Gesù sembrano provocare fino allo scandalo: come si può "amare meno il padre e la madre"? Quanti, dinanzi a questa meta, hanno indietreggiato interiormente! Ma l'imitazione del Maestro è inseparabile dalla condivisione della sua sorte. La croce, portata e vissuta nella nostra carne, è la sola chiave capace di aprire il passaggio pasquale dalla morte alla vita, di risolvere l'enigma del "silenzio di Dio" nella nostra epoca. In questo passaggio oscuro, sul ciglio di strapiombi, tra le vertigini dello spirito, si esercitano le virtù teologali ricevute nel sacramento del battesimo: la fede, la speranza e la carità. La piccola suora di Calcutta assomigliava anche nella carne al Cristo sfigurato sulla croce, ma di Lui aveva anche la dolcezza, la tenerezza, il conforto. "A coloro che seguono totalmente il Cristo – scriveva Madre Teresa – è concesso l'odio del mondo poiché essi sono una sfida al suo spirito… ma le prove non sono altro che il bacio della pace. Abbiate compassione anche di fronte alle avversità". Gesù può non essere amato, ma non può essere amato meno di un altro: non sarebbe il Signore, da amare con tutto il cuore.

Don Ivan Leto

sacerdote della Diocesi

Civitavecchia - Tarquinia