ENRICO CIANCARINI

CIVITAVECCHIA – La ricerca storica, passione e divertimento. M’intrigano i personaggi dimenticati dalla Storia, che non trovi nel Dizionario Biografico degli Italiani, la cui vita è un mosaico in frantumi che con paziente indagine ricostruisci per il gusto di sapere ma anche per sfida con te stesso.

Nel 2012 con Odoardo Toti pubblicammo il dodicesimo bollettino della Società Storica intitolato “Il medico curioso. Vita e opere di Gaetano Torraca nel secolo dei Lumi”. Torraca uno delle principali figure del Settecento civitavecchiese, medico ed archeologo, igienista e cultore delle scienze naturali. Per ricostruire la sua carriera universitaria, feci alcune ricerche sulla facoltà di Medicina di Roma dove si era laureato a metà del secolo.

Per conoscere il contesto culturale frequentato dal Torraca, consultai il quarto volume della “Storia dell’Università degli studi di Roma detta comunemente La Sapienza” pubblicato nel 1806 dal professore ed avvocato Filippo Maria Renazzi. Quando illustra i professori di Medicina, a pagina 267 ricorda: “Leopoldo Micheli di Civitavecchia fatto lettore nel Concorso celebratosi nel 1768. Per la giubilazione di Monsig. Saliceti sottentrò nella cattedra di Notomia. Leggeva attualmente, e con credito presso la Scolaresca, allorché robusto di temperamento, e vigoroso di età un fiero colpo apoplettico involollo dal Mondo senza riparo nel 1793”.

Appresi così di Leopoldo Micheli, civitavecchiese, lettore alla Facoltà di Medicina dell’Archiginnasio romano. Riportai alcune sue notizie biografiche su quel bollettino.

Dopo dieci anni da quella pubblicazione, sono ritornato di nuovo attratto dalla figura di Leopoldo Micheli, indagando su internet, trovando altro materiale documentale, altre tessere da utilizzare per rendere più leggibile il mosaico della sua vita.

Le prime tessere le rintraccio negli annali che venivano pubblicati nella Roma papalina ogni anno. La Stamperia Chracas, presso San Marco al Corso, pubblica le Notizie per l’anno 1769 in cui a pagina 38, nell’elenco dei Lettori pubblici dell’Università La Sapienza, troviamo il Sig. Dott. Leopoldo Micheli, sopranumero nella Medicina. E così per gli anni successivi. Nel 1772 sulle Notizie per l’anno bisestile 1772 il Sig. Dott. Leopoldo Micheli di Civitavecchia è lettore nella Notomia e Chirurgia. Nelle Notizie per il successivo anno bisestile (1776) il civitavecchiese è lettore nell’Istituzioni anatomiche e Chirurgia. A fianco dell’incarico di lettore alla Sapienza, negli anni successivi compare per il Micheli il ruolo di medico del Collegio di Roma. Ne è decano il professore Natale Saliceti, medico segreto del papa, la cui cattedra alla Sapienza sarà ereditata da Micheli.

Fra i due accademici c’è sicuramente amicizia e collaborazione. Nell’agosto del 1777 i giornali annunciano che monsignore Natale Saliceti, medico di Sua Santità e i signori dottori e lettori di Medicina nell’Archiginnasio della Sapienza, Giorgio Bonelli e Leopoldo Micheli sono stati dichiarati soci corrispondenti della Reale Accademia delle Belle Lettere di Parigi.

Natale Saliceti muore il 21 febbraio 1789. Leopoldo Micheli ne è il successore.

Per il civitavecchiese si prevede un’invidiabile carriera nel campo universitario e in quello medico. È una figura di rilievo nel panorama culturale della capitale. Il Diario ordinario di Roma del 14 gennaio 1792 annuncia: “L’istessa Domenica nel Venerabile Archiginnasio della Sapienza hanno dato principio alle Lezioni Anatomiche del presente Anno Scolastico, sotto la direzione del Signor Dott. Leopoldo Micheli Lettore di Anatomia nell’Archiginnasio medesimo”.

Venanzio Monaldini è un libraio ed editore molto attivo e conosciuto a Roma. In quello stesso 1792 dedica “All’Eccellentissimo Signore, il Signor Dottore Leopoldo Micheli, Priore del Collegio de’Medici di Roma e Protomedico generale di tutto lo Stato ecclesiastico, Lettore di Notomia e Chirurgia nell’Archiginnasio di Roma, e socio dell’Accademia Reale di Medicina di Parigi” la traduzione dallo spagnolo del volume di medicina “Della China e delle altre sue specie nuovamente scoperte e descritte da D. Ippolito Ruiz Primo Botanico della Spedizione al Perù …”.

Essere il personaggio oggetto della dedica di un libro, come accadeva al pontefice, ai cardinali, agli alti prelati e agli illustri scienziati, è la chiara testimonianza dell’affermazione professionale e sociale di Leopoldo Micheli, giunto al vertice della carriera, essendo diventato il responsabile sanitario di tutto lo Stato della Chiesa come protomedico generale, colui che valutava e vigilava i medici di tutto lo Stato.

Nella lunga dedica Monaldini, o chi per lui, tratteggia e magnifica il cursus studiorum del professore civitavecchiese:

fin da’ primi anni deste del vostro profondo sapere, e accorgimento saggi ben chiari, e luminosi. Poiché dopo di avere sotto la scorta di uomini e per dottrina, e per illibatezza di costumi assai rinomati apprese le belle Lettere nel Romano Collegio, della Religione insieme, e delle belle Arti pregiato soggiorno, ben tosto vi applicaste agli studi della Filosofia, e Matematica, nelle quali scienze quale, e quanto grande si fosse il vostro avanzamento, agevolmente si comprese dalle pubbliche Dispute, che su tutta la Filosofia sosteneste con tanta lode, e universale plauso”.

Una carriera scolastica subito percorsa ad alta velocità che vede il giovane Leopoldo iniziare gli studi nel Collegio romano dei Gesuiti. La Filosofia è la materia nella quale eccelle e per cui affronta pubbliche dispute, frequenti ed affollate in quei secoli di rinascita culturale. Nel Settecento i medici, come Gaetano Torraca, si laureano in Filosofia e Medicina, seguendo l’antico esempio di Ippocrate.

Leopoldo Micheli non fa eccezione. Monaldini prosegue il suo ampolloso elogio:

Passato quindi nell’illustre Città di Napoli, per ivi attendere agli studi di Medicina, non ne fu, per così dire, da Voi compiuto appena il corso, che con incredibili attestati di stima impiegato foste a supplire in tutte le Cattedre di Medicina, e Filosofia nella Reale Accademia eretta nell’Arcispedale degl’Incurabili, di cui meritaste di essere uno de’ Medici ordinari”.

La grande scuola medica napoletana, erede di quella salernitana, era ospitata nell’Ospedale degli Incurabili. Qui Micheli studia, si laurea e insegna nelle varie cattedre dell’accademia; fa pratica nelle corsie dell’ospedale dove oggi noi possiamo meravigliarci ammirando quanto è stato conservato e illustrato nel Museo delle Arti Sanitarie e nella Farmacia degli Incurabili.

Leopoldo Micheli dovrebbe essere nato a Civitavecchia fra il 1738 e il 1739. Ha circa trenta anni quando “richiamato poscia dall’amor della patria in Roma, parve ad un tratto questa invitarvi ad esercitare in essa con istabil dimora i vostri talenti in vantaggio del pubblico”.

Nel 1769 Micheli partecipa al pubblico concorso per lettore di Medicina nell’Archiginnasio romano: “non esitaste punto di presentarvici, benché all’improvviso, e ne riportaste il più sublime grado di approvazione”. Vince il concorso e diventa lettore soprannumero di Medicina. Monaldini afferma che “sono già venti, e più anni altresì trascorsi, da che nella stessa Università con gran soddisfazione di tutti cuoprite l’insigne Cattedra di Notomia”.

Oltre al prestigioso ruolo nell’Università, l’accademico civitavecchiese è iscritto “nell’insigne Collegio de’ Medici Archiatri di Roma” e diventa membro delle più celebri Accademie d’Europa.

L’editore chiude il racconto della sua carriera ricordando “che nelle prodigiose Sanazioni, che soglionsi porre all’esame nelle Cause de’ Servi di Dio, il Vostro dotto giudizio più volte ne sia stato richiesto”. Il dottore e professore è chiamato dalla Congregazione dei Riti a pronunciarsi sulla veridicità dei miracoli necessari affinchè un servo di Dio possa essere riconosciuto beato e poi santo. Il civitavecchiese ha scalato con successo la piramide professionale e accademica. Già negli anni precedenti Micheli era stato chiamato dal Maestro del Sacro Palazzo Apostolico, colui che aveva la potestà sulla stampa e vendita di pubblicazioni a Roma, a pronunciarsi sul valore scientifico di alcune opere a carattere letterario e scientifico. Inaspettatamente nel catalogo delle biblioteche italiane non abbiamo trovato nessuna sua pubblicazione.

Il civitavecchiese è riconosciuto come uno dei migliori accademici italiani, al livello di Lancisi e Morgagni, ma è una gloria che purtroppo si dissolve solo pochi mesi dopo. L’11 gennaio 1794 il Diario ordinario di Roma annuncia:

Il Dottor Leopoldo Micheli uno de’ Medici di Collegio, e Lettore pubblico delle Istituzioni Anatomiche nell’Archiginnasio Romano della Sapienza, che da qualche tempo trovavasi accagionato nella sua salute, finalmente essendo stato soprpreso da un colpo di apoplessia, nella sera di Giovedì della scorsa settimana passò all’altra vita nella sua età di anni 55 in circa. Il suo corpo il giorno del seguente Venerdì fu associato dalla Ven. Archiconfr. Del SSmo Cuor di Gesù, detta de’ Sacconi alla Chiesa di S.Maria in Aquiro detta degl’Orfani, dove la mattina del Sabato 4. Del corrente fu esposto ai pubblici suffragi, e dopo la solenne Messa di requie, e solite Esequie, fu sepolto in detta Chiesa, conforme avea disposto col suo Testamento”.

Così finisce l’inarrestabile carriera di Leopoldo Micheli, medico e professore, che ben figurerebbe inserito in un ideale Pantheon civitavecchiese.

Molte tessere del mosaico ancora non sono conosciute, aspettano di essere scovate negli archivi e nelle biblioteche. Forse un giorno qualcuno proseguirà la ricerca, per studio, passione o per semplice divertimento.